mercoledì, agosto 31, 2011

Senza neppure salvare le apparenze...


'cidenti, uno pensava che quando si creano le manovre funzionasse così:
  • ci sono tutti i cervelloni dei ministeri che stan rinchiusi dentro stanze fumose per settimane (anche quando in pubblico i ministri dicono che non succede nulla, non c'è nulla da preoccuparsi) e fanno brainstorming con i post it gialli, con le lavagne, i fogli di carta pieni di idee e di calcoli, i notebook che surriscaldano l'ambiente con finestre piene di calcoli...
  • e poi ogni idea viene sviscerata, approfondita, sottoposta a verifica, per verificarne la solidità, la resistenza ad ogni tipo di obiezione....
  • e poi finalmente, verificata solidità e incidenza economica di ogni singola misura, e verificata la coerenza generale delle misure individuate e scelte, si pensa a come comunicarla al paese, per convincerlo della sua necessità.

(Oh, non è che questo sia lo schema che si usa nel privato, eh. Almeno, non lo si fa più da parecchio tempo. Ma speravo che almeno nel pubblico si mantenessero le buone abitudini).

Invece no. Sembra che l'altro giorno due tipi si siano trovati a casa di uno dei due. L'ospitato tra l'altro ha qualche problema di dizione, bofonchia per gli esiti di un grave problema di salute e di quel che dice si capisce si e no una parola su tre (ed anche la sua gestualità non aiuta molto: ogni due parole su tre alza il dito medio, che alla fine non aiuta).
L'altro non è che sia proprio sordo, ma è afflitto da una curiosa sindrome per cui è in grado di ascoltare e comprendere solo le parole che pronuncia egli stesso: le altre le sente ma non le comprende.
E dunque, nell'arco di sette ore, sembra che questa strana coppia, questa minicorte dei miracoli abbia prodotto nientepopodimenoche una manovra.

Secondo me quei due (che per comprendere quello che dicono usano degli interpreti, magari Apicella che traduce cantando con la chitarra) si dicono più o meno cose di questo genere:
"...allora, per tirare fuori dei soldi bisogna trovare un pezzo di società da massacrare che sia numericamente poco consistente (in modo da poterlo indicare come "portatore di privilegi") e/o privo di rappresentanza/credibilità/vicinanza a noi. Gli statali van sempre bene, e quindi lasciamo che paghino solo loro il contributo di solidarietà, oltre a fottergli il TFR. Tanto li odiano tutti e nessuno darà loro solidarietà, e poi tra qualche mese - in nome dell'eguaglianza - potremo estendere le stesse bastonate ai privati. E poi, anche 130.000 laureati potrebbero andar bene. Tanto nel tuo partito di laureati veri mica ce ne sono, ah ah ah (risate di entrambi)..."

Ogni tanto toppano alla grande. E' vero, i laureati che si massacrano impedendo il ricongiungimento degli anni di università riscattati sono oggettivamente pochi, peccato che appartengano a settori sociali la cui influenza è cento volte più importante della loro consistenza numerica.
Cioè, se massacri tre milioni di operai si lamenta solo la CGIL, e chi se ne frega, ma se massacri cinquantamila medici non è la stessa cosa. Oh, tanto per dire si è lamentata pure la UIL, e sembra che anche Bonanni abbia, nell'intimità, sussurrato la parola "birichini" (ma la notizia non è certa).

Comunque, per dire pane al pane, non è che la release precedente della manovra sembrasse pensata più a lungo, o che i cervelloni si siano spremuti più dei due saltimbanchi di cui sopra.
Prendi la ventilata (ed ormai affossata) proposta di cancellare le province sotto i 300.000 abitanti, purchè di dimensioni inferiori ai 3000 kmq.
Se a uno viene un'idea del genere, prima di tutto dovrebbe mettersi lì con la mappa delle province italiane e fare delle simulazioni - cambiando i parametri - per vedere cosa ne viene fuori, no?
Così ti accorgi, ad esempio, che applicando quei parametri ci sono ben tre regioni (Liguria, Basilicata, Molise) che diventano "monoprovincia". Nell'unica altra regione in cui questo capita (la Valle d'Aosta) l'entità "provincia" proprio non esiste.
E allora devi decidere tu, cervellone, e subito, nella proposta iniziale, cosa fare delle province di Genova, Campobasso e Potenza: farle restare? Abolire anch'esse ed ipotizzare una nuova redistribuzione delle competenza tra regioni e comuni? E se regioni monoprovincia non hanno senso, non è il caso di pensare già da subito ad un ridisegno (con una legge costituzionale) delle Regioni?
In sintesi, son tutte cose a cui devi pensare quando progetti qualcosa: non è che devi aspettare che te lo facciano notare i giornali o gli amministratori locali.
Perchè sennò il risultato è quello che vediamo: per la seconda volta in pochi mesi, una proposta di riorganizzazione delle province va quasi immediatamente in putrefazione, così come la credibilità di chi l'ha avanzata.
Sui comuni sotto i mille abitanti, stessa zuppa: se ti metti lì con una cartina, te ne accorgi subito che - tanto per dire - in Piemonte, se applichi i parametri che hai ipotizzato, finisci per aggregare comuni che stanno in valli alpine diverse...e la cosa è insensata da ogni punto di vista, amministrativo, sociale ed economico. E, se ci ragioni anche solo mezz'ora, non arrivi fino al punto di presentare una proposta scema per farti subito prendere per il culo per la sua stupidità.

Insomma, la sensazione è quella di essere in mano a dei perfetti deficienti, a degli arraffoni, a gente che si fa venire le idee al bar, a persone incapaci non solo di approfondimento ed analisi, ma prive addirittura del basilare buonsenso che trovi nel meno istruito dei montanari della penisola.

A gente approssimativa, inaffidabile, a cui non presteresti non dico la tua bicicletta, ma nemmeno il triciclo di tuo figlio: figurati uno Stato aggredito da un nemico potente come la speculazione finanziaria.

Gente al confronto della quale il comandante del Titanic assume la stessa affidabilità di Mosè che conduce il popolo ebraico attraversando il Mar Rosso.

UPDATE: come era ampiamente prevedibile, la norma sulle pensioni (che riguardava il riscatto degli anni di laurea e del servizio militare) è data per morta dopo nemmeno un giorno e mezzo dalla sua brillante invenzione.

3 commenti:

sPuntoCattolico ha detto...

Se non fosse per la gravità della situazione verrebbe da ridere a crepapelle...

Anch'io cmq pensavo che prima di fare una manovra si ragionasse profondamente e nei dettagli le situazioni (da l'altra parte stiamo parlando del futuro del paese mica del monopoli).

E pensare poi che di cose per fare cassa subito e facilmente basterebbe ridurre le spese delle missioni all'estero, ridurre i privileggi della casta, ridurre le provincie e massacrare gli evasori... ma sembra che per le prime 2 questioni non ci sentono..

Anonimo ha detto...

Molto più intelligente sarebbe lasciare i territori come stanno e istituire nuovi Consigli provinciali composti da tutti i Sindaci, che sono eletti dal popolo e già stipendiati.

Ecocultivo Sabrosos ha detto...

Thanks for postingg this