giovedì, gennaio 27, 2011

Aufffff...

«Non temo Berlusconi in sé, temo Berlusconi in me.» (Giorgio Gaber)


Che noia.

Che noia questa battaglia tra poteri, combattuta senza esclusione di colpi, in cui le uniche vittime sono coloro che il potere non ce l'hanno, o che non hanno un potere che li difenda.

Che il satrapo sia messo alle corde per motivi "moralistici", è deprimente: che ci si trovi a tifare per la magistratura, come ultimo baluardo di resistenza, e si riesca ad annoverare come temporanei alleati la gerarchia cattolica, o ambigui ex-democristiani, o pezzi ripuliti di neofascismo, è cosa che fa tristezza.

Che il satrapo e la sua corte si siano impadroniti della narrazione moderna della libertà sessuale, seppur mercenaria, e che l'opposizione non sappia usare altro che canoni simili a quelli che adottava Oscar Luigi Scalfaro nel 1950, quando si adirò contro una signora eccessivamente scollacciata, è drammatico.

Dopo decenni in cui abbiamo imparato ad accettare di tutto, incluso il patto con un paese che ci ammazza gli immigrati prima che giungano sulle nostre sponde, incluso il bombardamento di una capitale europea approvato da un governo di centrosinistra, inclusa la partecipazione a guerre di occupazione che non si ha il coraggio di chiamare tali, inclusa l'impossibilità di morire senza autorizzazione governativa o di vivere affetti senza la benedizione di qualcuno...beh, no, non chiedetemi di indignarmi per la solita vecchia storia di un uomo dal potere sconfinato che semplicemente ottiene quel che troppi son disposti a dargli.

Un vecchio aforisma anarchico diceva che il padrone è un'invenzione dello schiavo.
Ed io, in questa storia, non provo alcuna simpatia per gli schiavi.
Una discreta quantità di giovani donne ha incrociato i desideri di un vecchio ricco, che le copre d'oro affinchè lo soddisfino?
Non è cosa, a mio avviso, che debba destare il nostro interesse.
Se ha avuto rapporti sessuali con una minorenne è giusto che paghi il fio, trattasi di reato: il resto delle informazioni serve indubbiamente a rendere credibile il contesto e probabile il fatto che il reato sia avvenuto.

Ma, appunto, in solo ambito processuale.
Perchè mai dovremmo parlarne noi?
Dobbiamo giudicare quest'uomo per la sua distanza rispetto alla nostra vita ed alla nostra morale, cosa che non sopporteremmo qualcuno facesse con noi?
Dovremmo giudicare le ragazze che si prestano a qualcosa di probabilmente (ma temporaneamente) sgradevole, ma che in pochi mesi risolvono i problemi della propria vita, per sempre, facendosi dare dal satrapo l'equivalente di una vincita alla lotteria, quella che molti in questo popolo agognano?
Almeno loro hanno fatto qualcosa che ha un prezzo per se stesse, qualcosa che costa di più dell'andare semplicemente a comprare un biglietto al bar sperando che sia "la fortuna" a cambiare la nostra vita (solo la nostra).

Ci infastidisce l'idea che una ragazzina astuta (o mille di esse) spillino al vecchio satrapo, in pochi mesi, cifre astronomiche e bastanti per innumerevoli vite, mentre migliaia di ragazzi non avranno un reddito decente e sufficiente per costruire un futuro, nonostante ci mettano fatica ed impegno?

Beh, non possiamo prendercela nè con la ragazzina nè con il satrapo.
Ma con noi stessi, che non abbiamo vigilato, non abbiamo agito per evitare che il satrapo esistesse.
Abbiamo lasciato che il denaro ed il potere fossero considerati come giusta mercede per chi è astuto, furbo, vincente, "simpatico" come probabilmente vorremmo essere noi.
Tolleriamo che esistano i miliardari, i manager ultrapagati, i banchieri che guadagnano migliaia, milioni di volte quel che è reso disponibile non dico agli operai di Mirafiori, ma ai cinque sesti dell'umanità.
Tolleriamo che esistano persone di serie A, B, C...e Z.
Persone che possono non esistere, che possono essere cancellate, spazzate via senza rumore, senza un soffio.

Finchè accettiamo questo, finchè consideriamo accettabile il sistema che noi stessi abbiamo interiorizzato così profondamente da non riuscire nemmeno più a disgustarcene, ogni altra considerazione "morale" su eventi transitori è ipocrita ed inutile.

Che B. se ne vada o meno, e su quale "scandalo" possa cadere (un rapporto sessuale con un cavallo, un matrimonio gay con un boss della mafia, lo sgozzamento di una minorenne portatrice di handicap) è assolutamente indifferente, e non cambia il nostro destino.

Finchè non cambieremo noi, dentro e profondamente, al suo posto potrà arrivare di certo uno più furbo, ma difficilmente uno "migliore".

13 commenti:

sPuntoCattolico ha detto...

Pienamente d'accordo con la tua fredda disamina.. anch'io ne ho riflettuto sul mio blog partendo dall'aspetto della mentalità odierna (http://spuntocattolico.blogspot.com/2011/01/vivere-per-un-giorno.html#comments)

dario ha detto...

Scusa, ma chi e' lo schiavo di questa storia? L'archetipo dell'operaio della Fiat? Perche' io, per quello, provo invece molta simpatia!
Sulle ragazzine disposte a tutto per una vincita alla lotteria la penso in modo diverso. Giocare un biglietto alla lotteria non mi pare discutibile dal punto di vista morale. Non avere rispetto per se e per il proprio corpo invece mi pare cosa orribile. Certo non sono io a dover puntare il mio ditone morale, ma io un biglietto lo giocherei pure, ma darla via mai. Ovviamente provo molta piu' solidarieta' per chi la pensa piu' o meno come me ma e' costretta a darla via per non patire la fame, piuttosto che per la prostituta d'alto bordo... ma e' solo un giudizio mio personale che non ha la pretesa di essere assoluto (alla fine, addirittura, perche' giudicare Berlusconi dal punto di vista morale se la morale non e' assoluta, e quindi potenzialmente diversa da quella di Berlusconi stesso?)
Infine tu dici che noi siamo stati a guardare, e anzi siamo noi stessi gli artefici di questo disastro. Be'... io non mi sento colpevole, per niente. Io non sono astuto, furbo, vincente (simpatico si', ma non astuto, furbo e vincente). E non vorrei esserlo. Non vorrei arricchirmi sulle spalle di chi ne soffre. Se lo faccio e' perche' non posso fare altrimenti (in fondo vivo in una societa' che fa della poverta' altrui la propria ricchezza, ma io, individuo Dario, come posso impedirlo?). Non vorrei rubare al prossimo per arricchire me stesso. Non lo faccio, e non vorrei farlo. Non ho ambizioni di privilegi maggiori di quanti ne abbia l'ultimo dei miei vicini. Ma il fatto e' che io non ci posso fare niente. La nostra societa' e' organizzata in modo che chi decide queste cose e' un nostro rappresentante eletto mmmmh... com'e' che si dice?... democraticamente. E allora la responsabilita' e' della politica. Certo non si puo' cercare la responsabilita' di un crimine nel criminale. Perche' l'ha fatto? Perche', senza batter ciglio ha accettato di commettere il crimine per ottenerne un vantaggio personale. La responsabilita' e' invece di chi avrebbe dovuto contrastare il crimine.
Ieri ho sentito Cacciari (che non mi piace, ma sorprendentemente mi trovo sempre piu' d'accordo con lui) che diceva: "preferisco occuparmi della pagliuzza nel mio occhio che della trave nell'occhio altrui". Questo perche' (parafraso io) primo della pagliuzza nel mio occhio posso occuparmi subito, mentre della trave nell'occhio degli altri e' ben piu' difficile (la responsabilita' delle mie azioni dipende da me, quella delle azioni altrui no, indipendentemente dalla loro gravita').
Allora, siccome questa deriva politica non dipende da me ma dal rappresentante che io ho votato, che non ha saputo contrastarla quando era suo preciso compito e responsabilita' farlo, io il ditone morale lo punto innanzitutto contro di lui, proprio perche' l'ho votato io.
Dove sbaglio?

Evergreen ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Evergreen ha detto...

Condivido il commento di Dario e, per come vedo il mondo io, sono portato a ritenere che i termini della questione sarebbero più facilmente comprensibili se, in luogo di "padroni/schiavi" usassimo il più realistico ossimoro "carnefici/vittime". Sorgerebbe allora più spontanea l'indignazione e più forte lo sgomento per tutte le forme di ingiustizie e per tutti gli sfruttamenti di questo basso mondo: dal "gratta e vinci", che è un modo cinico di irretire - illudendoli - i poveri al referendum/ricatto della Fiat, che obbliga l'operaio a dire sì perché non può permettersi di dire no, dalle lusinghe di un vecchio satiro a giovani donne senza altre prospettive di lavoro se non quelle di mettere in gioco il capitale del proprio corpo, alla crudeltà del precariato di tanti giovani senza futuro e quindi senza dignità.
E di questo nemmeno io mi sento colpevole per quanto cerchi ogni giorno di levare le mie pagliuzze dagli occhi

Artemisia ha detto...

Sono sincera: questo post non mi piace. Capisco la noia, che provo anch'io leggendo questo tipo di notizie. Ma io non voglio essere rappresentata da quello lì (e neanche dai suoi leccapiedi).
Con "il Berlusconi in me" ci penso da sola a farci i conti, intanto levatemi dai coglioni quello lì.

Anonimo ha detto...

Cari lettori, non volevo offendervi nè coinvolgervi: il "noi" a cui facevo riferimento come portatore di colpa è esteso, è la comunità di cui facciamo parte, i cui valori di riferimento sono alla fine quelli "vincenti" nella vita quotidiana, al di là di quelli che noi riteniamo giusti. Possiamo fare, noi, qualcosa di più di quel che già facciamo? Non lo so, ma non per questo, collettivamente, possiamo assolverci per quello che accade. B. è il prodotto del "popolo" che egli a sua volta usa, e noi - volenti o nolenti - ci siamo in mezzo.
Questa è proprio la pagliuzza nei nostri occhi...
Luposelvatico.

Artemisia ha detto...

Per quanto mi riguarda, nessuna offesa. Solo lieve dissenso.
Un abbraccio.

amatamari© ha detto...

Eh no, non ci sto a questa idea di essere schiava perchè ho il padrone invenzione dentro di me nel mentre nella realtà il padrone è vivo e vegeto là fuori. E che sia padrone non ci son dubbi. E non mi assomiglia.
:-)

luposelvatico ha detto...

@amatamari: lo so, lo so, noi siamo individui belli, sensibili, giusti. Lo so eccome, visto che ti conosco:-)
E quindi è logico che rifiutiamo la chiamata di correo. Resta però il fatto che il NOI a cui apparteniamo, che ci piaccia o no, lascia parecchio a desiderare. E pensare di essere migliori non sembra essere sufficiente. Vogliamo aprirla, una riflessione su questo?

dario ha detto...

Lupo. Leggendo il tuo commento forse ho capito meglio il senso del post.
Dunque vuoi dire che non si tratta di valori individuali messi in discussione. Paradossalmente i valori individuali positivi non si riflettono nelle colpe della societa' vista come Persona. Cioe' se la Societa' ha colpa, non e' detto (e questo sembra proprio il caso) che gli individui che la compongono contribuiscano alla stessa colpa.

Ma se fosse cosi', allora aiutami a capire meglio alcune cose.
La natura della colpa, cosi' come la intendo io, dipende da un codice morale. Per quanto si riesca a definire un codice morale sociale (e credo non sia possibile non farlo), come summa dei codici morali degli individui che compongano quella societa', il valore morale di quel codice e' assolutamente inesistente. O cosi' mi pare. Cioe', in altre parole, non riesco a capire il senso di dare la colpa alla societa' se di questa colpa non c'e' un individuo che se ne faccia carico. O, in altre parole ancora, se descrivi quali siano i mali della societa', la cosa che mi viene da fare e studiare una strategia per porvi rimedio. Il quale non necessariamente e' morale dal punto di vista individuale.
La parola "colpa", quindi, se riferita ad qualcosa di non umano, quindi non soggetto di morale, e' usata in modo improprio.
La denuncia di una colpa sociale si riduce quindi alla constatazione di una evidenza. Assume quindi un valore pratico. Cioe' a dire che bisogna mandare a casa Berlusconi cosi' come si puo' dire... ad esempio... che bisogna risanare l'economia. Berlusconi e' un male sociale di cui nessuno ha colpa cosi' come la crisi economica e' un male sociale di cui nessuno ha colpa...
?!?
Dare la colpa a quel "noi" generico senza che alcuno se ne debba assumere la responsabilita'.

Eppure io ci vedo responsabilita'. Ad esempio, Berlusconi e' ancora li', nonostante l'evidente dissenso del popolo italiano (o almeno di una larga maggioranza), perche' il suo governo e' sostenuto da parlamentari corrotti, i quali devono rispondere al Partito (e quindi a Berlusconi stesso) e non al popolo, perche' sono stati nominati dal Partito e non eletti dal popolo. E questo grazie alla legge Calderoli. Quindi se dobbiamo puntare un dito, e' proprio contro chi ha fatto, voluto e appoggiato questa legge. E siccome queste sono persone in carne ed ossa, ne posso fare una questione morale. Per esempio i vertici del PD che hanno cavalcato proprio quella legge elettorale per appoggiare il loro sederone alla sicura e morbida poltrona (punto il ditone contro di loro, naturalmente, per occuparmi della mia pagliuzza, e non della trave degli altri!)

JANAS ha detto...

condivido tutto il tuo post! e avrei qualcosa da dire anche sulla manifestazione del 13 febbraio:
Finalmente le donne si sono svegliate, e sono scese in piazza a manifestare il loro dissenso!!
Eppure non so perché, ma mi resta una sorta di...una sorta di boccone amaro che non riesco a mandar giù! Come se qualcosa non mi quadrasse...come quando i conti non tornano e non sai perché, come quando ascoltando una meravigliosa melodia a un certo punto senti qualcosa che stona, qualcosa che disturba, un rumore di fondo, forse è solo una mia sensazione...forse solo una mia vocina!

JANAS ha detto...

Una vocina malevola che dice:
Ma davvero davvero ci voleva lo scandalo di Arcore per risvegliare il mondo femminile e far urlare a tutte le donne BASTA???
Az se fosse così quasi quasi, mio malgrado, a questo piccolo uomo dovrei dire grazie invece che riservargli parole Amare ?
curioso che il sostantivo significhi qualcosa di amaro e il verbo sia un sentimento bellissimo no? Mi chiedevo se un uomo del genere possa conoscerne lontanamente il significato, del verbo intendo)Di cosa lo accusiamo? Di fare in modo sfrontato cose che prima faceva di nascosto lui e quanti altri?
Di averci svelato qualcosa che intimamente sapevamo da sempre?
Solo perché è diventato pubblico, ha assunto l'aspetto dell'indecenza?
Della serie finché avviene di nascosto va bene?
Della serie finché hai il buon gusto di non farlo notare stiamo zitti e zitte, ma ora no?
Sapete cos'è che veramente mi disturba? E' che vorrei urlare anch'io indignata contro quest'uomo, ma quella vocina malevola che non so se sia coscienza mi dice, che quel grido non può e non deve essere rivolto solo a quell'uomo e ai suoi uomini di corte o che gli gironzolano intorno! E no!!
Quel grido quel giorno doveva essere rivolto a molti altri uomini anche a quelli che magari non si possono dimettere da nessun carica importante!
Ci scandalizziamo tanto perché delle donne si vendono per soldi, per una poltrona in parlamento, ma in fondo non lo fanno molti uomini per lo stesso motivo? Magari non vendono il loro corpo, ma comunque la loro dignità di uomini, si!
Fedeli servitori, disposti a barattare le proprie idee per una serie di convenienze materiali e di potere riflesso, che si provino ad avere un idea diversa dal Gran capo!!!
Sono felice che le donne si siano riunite in una manifestazione contro un sistema che spesso umilia e toglie dignità alle donne, ma appunto contro tutta la società, perché malgrado tutte le responsabilità del signor Silvio, davvero non possiamo far passare l'idea che eliminato il soggetto tutta la questione femminile venga risolta magicamente!

JANAS ha detto...

Il problema è più profondo e ha radici lontane, così si rischia di depauperare e togliere il vero scopo che dovrebbe avere una manifestazione di questo genere, spostando per altro l'attenzione su altre ventimila ragioni per cui non possiamo tenerci un uomo simile al nostro governo!
La verità è che lui indiscriminatamente offende la dignità di tutti, uomini e donne!
La verità è che in piazza dovevano esserci tutti, uomini e donne, studenti, insegnanti, lavoratori!!
Dov'e' finita la dignità della scuola per esempio?
La verità è che avrei voluto che la mobilitazione di noi donne, non avesse avuto origine da una goccia che aveva colmato il vaso...ma dal vaso che non si doveva riempire...perché la goccia rischia di farci perdere di vista tutta l'acqua che l'ha riempito, e scusate per quanto il signor Silvio vi abbia contribuito in modo consistente, davvero non è tutta opera sua, altrimenti rischiamo di togliere responsabilità ad altri ..e gli altri ci sono eccome, e penso e temo che ci siano a destra e a sinistra! (ma tu guarda se quasi quasi lo devo difendere!!)
Allora di cosa si vuol parlare? Di un uomo che offende la dignità dell'uomo, della donna, la dignità degli studenti, degli insegnanti, degli omossessuali?..o vogliamo parlare della condizione femminile, del fatto che la donna occupa sempre o quasi sempre ruoli secondari rispetto agli uomini in ogni dove, aldilà degli schieramenti di destra o sinistra? Della responsabilità che abbiamo noi stesse nell'educare i nostri "piccoli uomini" e le nostre "piccole donne"? Allora se si vuole parlare delle donne e delle problematiche nella società, svuotiamo tutto il vaso, guardiamo tutto quello che c'e' dentro, non la goccia ...ma la moltitudine di gocce, questo stillicidio quotidiano velato o manifesto, fra le pieghe della consuetudine...! Ecco allora avrei voluto fosse più chiaro il senso di questa manifestazione, in difesa dei diritti delle donne, che avrebbe dovuto al limite prendere spunto dalle vicende di questi ultimi giorni che invece sono diventate il tema centrale della manifestazione!