C'è qualcosa che fa ancora più schifo e paura, di un governo cinico che rispedisce i disperati dritti in bocca all'orrore da cui fuggono, disinteressandosi del loro destino di persone.
C'è qualcosa che fa ancora più vomitare, di quel minus habens razzista che propone di applicare l'apartheid sulla metropolitana di Milano.
E' l'idea che tanti, molti, troppi cittadini di questo paese, quando sentono queste cose, riescano a dirsi "è giusto"! era ora, perbacco!"
Ieri sera, nell'ambito della campagna elettorale per le amministrative di giugno, ho partecipato ad una serata sulla scuola. Ho introdotto l'intervento dell'Assessore Regionale all'Istruzione riepilogando le forme dell'attacco finale alla scuola pubblica sferrato da questo governo: la finanziaria 2008, con 7,8 miliardi e 142.000 dipendenti tagliati. La legge 169/08, ex Decreto Gelmini. La proposta di legge Aprea, il colpo finale, che distruggerà l'idea stessa di scuola pubblica e statale aprendo gli organi di governo della scuola ai finanziatori privati, trasformando l'educazione pubblica nazionale da diritto a semplice merce, punendo i docenti e lasciandoli alla mercè del mercato, cancellando quasi totalmente ogni forma di partecipazione di genitori e studenti.
L'Assessore ha raccontato brutalmente la realtà: per quest'anno le Regioni sono riuscite a salvare molte scuole ottenendo deroghe, i dirigenti scolastici stanno facendo alchimie numeriche per mantenere il servizio scolastico in termini almeno di orario. La qualità no, quella è già perduta, e la nostra scuola elementare (una delle poche cose di cui potevamo vantarci in Europa) verrà umiliata, ridimensionata. I prossimi anni sarà difficile salvare ancora le scuole piccole, gli esperimenti, le specificità: tutto tritato nel calderone ideologico di un "risparmio" che colpisce uno dei beni più importanti di un paese, il SAPERE.
Alla fine della serata, dal pubblico, è intervenuto un signore francese che vive da poco nel nostro paese (che scelta coraggiosa...)
Si è (e ci ha) chiesto semplicemente: "ma se poi alla fine tutto questo colpisce i vostri bambini ed i vostri ragazzi, che avranno una scuola peggiore, perchè gli italiani lo accettano senza protestare?".
Gli abbiamo risposto che ad ottobre ci sono state imponenti manifestazioni contro la trasformazione in legge del Decreto Gelmini, e che buona parte dei docenti e dei genitori è contraria a quanto sta accadendo.
"A ottobre? sei mesi fa? ed ora? io guardando la tv italiana non ho mai sentito nè capito nulla di quello che avete spiegato stasera".
Ed ora? Ed ora nulla. Abbiamo allargato le braccia, provando un po' di vergogna. Troppo difficile spiegare ad un europeo come si vive in un paese che ha deciso di impiccarsi da solo, e chiede al proprio governo di insaponargli la corda.
C'è qualcosa che fa ancora più vomitare, di quel minus habens razzista che propone di applicare l'apartheid sulla metropolitana di Milano.
E' l'idea che tanti, molti, troppi cittadini di questo paese, quando sentono queste cose, riescano a dirsi "è giusto"! era ora, perbacco!"
Ieri sera, nell'ambito della campagna elettorale per le amministrative di giugno, ho partecipato ad una serata sulla scuola. Ho introdotto l'intervento dell'Assessore Regionale all'Istruzione riepilogando le forme dell'attacco finale alla scuola pubblica sferrato da questo governo: la finanziaria 2008, con 7,8 miliardi e 142.000 dipendenti tagliati. La legge 169/08, ex Decreto Gelmini. La proposta di legge Aprea, il colpo finale, che distruggerà l'idea stessa di scuola pubblica e statale aprendo gli organi di governo della scuola ai finanziatori privati, trasformando l'educazione pubblica nazionale da diritto a semplice merce, punendo i docenti e lasciandoli alla mercè del mercato, cancellando quasi totalmente ogni forma di partecipazione di genitori e studenti.
L'Assessore ha raccontato brutalmente la realtà: per quest'anno le Regioni sono riuscite a salvare molte scuole ottenendo deroghe, i dirigenti scolastici stanno facendo alchimie numeriche per mantenere il servizio scolastico in termini almeno di orario. La qualità no, quella è già perduta, e la nostra scuola elementare (una delle poche cose di cui potevamo vantarci in Europa) verrà umiliata, ridimensionata. I prossimi anni sarà difficile salvare ancora le scuole piccole, gli esperimenti, le specificità: tutto tritato nel calderone ideologico di un "risparmio" che colpisce uno dei beni più importanti di un paese, il SAPERE.
Alla fine della serata, dal pubblico, è intervenuto un signore francese che vive da poco nel nostro paese (che scelta coraggiosa...)
Si è (e ci ha) chiesto semplicemente: "ma se poi alla fine tutto questo colpisce i vostri bambini ed i vostri ragazzi, che avranno una scuola peggiore, perchè gli italiani lo accettano senza protestare?".
Gli abbiamo risposto che ad ottobre ci sono state imponenti manifestazioni contro la trasformazione in legge del Decreto Gelmini, e che buona parte dei docenti e dei genitori è contraria a quanto sta accadendo.
"A ottobre? sei mesi fa? ed ora? io guardando la tv italiana non ho mai sentito nè capito nulla di quello che avete spiegato stasera".
Ed ora? Ed ora nulla. Abbiamo allargato le braccia, provando un po' di vergogna. Troppo difficile spiegare ad un europeo come si vive in un paese che ha deciso di impiccarsi da solo, e chiede al proprio governo di insaponargli la corda.
3 commenti:
Condoglianze al signore francese. Che riscappi in Francia se e' ancora in tempo.
Ultimamente ho notato anch'io che se abbiamo avuto qualche contenimento del danno in vari campi lo dobbiamo all'opposizione delle regioni (vedi anche quello che e' successo con la proposta dell'aumento delle cubature). Certo per quanto possibile.
E trasferirsi in Trentino? :-)
Ahimè Monsieur, lei tocca il tasto più dolente: gli italiani!
Non c'è via di scampo....finchè in italia ci saranno gli "italiani"...
Ciao, io ho insegnato sia in Francia che, attualmente, in Italia. E'vero, la situazione è grave. Gli insegnanti, quelli che credono nella scuola pubblica, fanno ciò che possono, ad esempio bloccando le gite scolastiche e l'adozione dei libri di testo - forme di protesta che si sperano efficaci, in quanto toccano gli interessi,il denaro. Vorrei aggiungere una cosa. Io lavoro nella scuola italiana da un po' di anni; hanno già cercato di tagliarci le gambe. Non voglio peccare di "faciloneria" ma...la nostra scuola ha al suo interno delle risorse, d'inventiva, di fantasia, di creatività e di voglia di fare (e non parlo solo degli insegnanti) che forse, dico FORSE, può anche farla in barba ai ministri ottusi con gli occhialini e il doppio nome. Certo ne ha di più che non la scuola francese, dove tutto è "comme il faut", politicamente corretto, ma basta un piccolo ostacolo perché la macchina si fermi e nessuno sappia che fare. Ciao e scusa la lunghezza del commento; avrai capito che è un argomento che sento molto.
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