lunedì, aprile 27, 2009

Milano, 25 aprile

E' il pomeriggio di un sabato radioso e caldo, a Milano , quando spuntiamo davanti ai bastioni di Porta Venezia in mezzo alla folla colorata e di ogni età convenuta per la manifestazione nazionale del 25 aprile promossa dall'ANPI.
Risaliamo lentamente il corteo antifascista, assai corposo ("Repubblica" dirà che eravamo sessantamila: non male per chi, come l'ANPI, non ha nè la struttura organizzativa nè il richiamo di un partito o di un sindacato).
Sfioriamo gli striscioni, le bandiere, i corpi delle persone che sono per l'ennesima volta scese in piazza per manifestare fisicamente la loro esistenza e la loro appartenenza: e ci sentiamo a casa, perchè siamo tra la nostra gente, sorridente e tranquilla.
I labari e gli striscioni, e soprattutto i partigiani dell'ANPI sono giustamente applauditi con calore dalla folla (almeno altrettanto numerosa) che fa da cornice al corteo lungo il suo percorso: c'è commozione, rispetto, riconoscenza, ed anche qualcosa che stringe il cuore, quando di tanto in tanto sorge spontaneo, lanciato da qualche voce che subito viene accompagnata amorevolmente da altre voci, un canto partigiano.
Giungono nel corteo Franceschini e Di Pietro, anch'essi applauditi e riconosciuti come "nostri".
Qualche problema in più ce l'ha la Brigata Ebraica, dal cui spezzone (accudito saggiamente ai lati dalla polizia) si erge anche un vessillo americano.
Ma la cosa, a differenza di altri partecipanti, non mi indigna nè mi turba: il nostro 25 aprile è stato possibile anche grazie (e non solo "malgrado") a quella bandiera, che in questo corteo ha molto più diritto di cittadinanza di altre entità che hanno molti più problemi a relazionarsi con questa ricorrenza.
Il corteo attraversa simbolicamente Piazza Fontana, a quasi 40 anni dalla Strage di Stato impunita, e si scioglie infine nell'immensità di Piazza Duomo, dove dilaga, occupandola tutta, ed ascolta ed applaude i relatori dell'ANPI, della FAIP e dell'ANED.
Qualche fischio per interposta persona, all'inizio del suo intervento, lo prende un Assessore del Comune di Milano, ma visto che in realtà ad essere fischiata è l'assenza della Moratti la contestazione finisce quasi subito.
Non così bene va, qualche intervento più tardi, al Presidente della Regione Formigoni. La piazza (TUTTA la piazza) copre interamente le sue parole con fischi ed urla.
Io tengo un atteggiamento sobrio, ma quando, in un attimo di abbassamento del livello sonoro della contestazione, lo sento dire che "il 25 aprile è diventata una data simbolo non solo della Liberazione dal nazifascismo, ma da ogni totalitarismo", allora scappa un urlo anche a me, perchè le ricorrenze non vanno riscritte a proprio piacimento, e questa deve rimanere quel che è: la Festa della Liberazione.
Ci rinfranchiamo con le parole di Epifani ("si può anche arrivare tardi, per ultimi, a capire il significato di questa data: ma bisogna farlo con la dovuta umiltà"), e poi del Presidente Emerito Oscar Luigi Scalfaro, che ci rimbrotta un po' per non aver ascoltato Formigoni e ci ricorda che "gli italiani sono eccezionali nei momenti eccezionali, ma nei momenti normali a volte avrebbero bisogno di una botta in testa".
Un ultimo applauso, e si va: con la consapevolezza che questa non potrà mai essere "la festa di tutti", ma solo di chi ha capito e scelto.

6 commenti:

Sileno ha detto...

...Noi che abbiam mangiato fango
sui sentieri dei monti
mentre loro uccidevano innocenti
senza pietà.
Noi che abbiam patito torture e morte
nelle loro prigioni
che abbiamo imbracciato i fucili
solo per sete di libertà...
(Luigia Bimbi)
Ciao
Sileno

Angela ha detto...

Grzie Lupo, bellissimo e merqviglioso il calore che ha trasmesso il tuo post: il calore della piazza. No, non è la festa di tutti, mi dispiace per gli esclusi ma hano scelto di appartenere al disumano!

Artemisia ha detto...

Bravo, Lupo! Grazie del tuo resoconto. Io per una volta ho disertato. Essendo la prima giornata festiva bella dopo un bel po' di tempo, ho optato per un'escursione in montagna. Sentendomi però un briciolino in colpa ho scelto un percorso nel Parco Culturale della Memoria del Monte Giovi, giusto per rimanere nel tema della giornata.
Ciao, grande!

PS che ne pensi dell'uscita provocatoria di Sergio Staino?

Stefi ha detto...

Grazie Lupo, con il tuo resoconto mi hai permesso di "esserci" comunque...

Stefi

Elena ha detto...

Come non-italiana è stato il mio primo 25 aprile, proprio a Milano, sebbene conosca la storia e la situazione politica italiane da tempo.
Pensare ai partigiani e vedere dal vivo alcune di quelle non più tanto giovani persone che erano presenti sui fatti, mi ha commosso.. erano così sorridenti, mi son sembrate così fiere di come fosse andata. Ho in mente un'anziano ben preciso, che mi è rimasto in testa e se ci penso mi commmuovo ancora.

Quello che mi ha stupito era che era davvero un grande giorno di festa. Almeno io l'ho percepito così, non solo con un grande corteo a cui partecipavano anche vari politici, ma con un sacco di gente a guardare, sebbene il mio ragazzo mi ha detto che ci partecipava più gente in passato.

Comunque, io pure ho notato la bandiera americana e la penso esattamente nel tuo stesso modo. Ma non son stata la sola a notarla: una coppia di cinesi in vacanza e con le macchine fotografiche l'ha pure vista. Lei, forse confusa con l'attuale situazione medio-orientale, ha chiesto: "Ma cosa c'entrano gli Stati Uniti e Israele(*)???" E lui: "No, no, io lo so, adesso ti spiego...".
Solo che in seguito il mio ragazzo mi ha tirata più in là, quindi non ho potuto sentire: speriamo solo che le abbia spiegato bene!!!!!

(*) Già, perchè c'erano anche diverse bandiere israeliane. Ammetto che la stella di David sia un simbolo per gli ebrei, e che la creazione di Israele sia c'entrata molto con la seconda guerra mondiale, ma pur non volendo togliere agli ebrei le sofferenze che hanno patito in quel periodo, con la Festa della Liberazione io credo che Israele non c'entri proprio nulla.
La confusione tra ebrei e israeliani è cosa ancora troppo comune.

luposelvatico ha detto...

Si, concordo: le bandiere israeliane erano assolutamente fuori luogo e fuori contesto, a differenza la bandiera della Brigata Ebraica che aveva pieno diritto di cittadinanza:-)