Peccato che se uno cerca notizie sul nuovo "leader" del'indipendenza kosovara, trova quanto segue (qui da Wikipedia edizione inglese - KLA è il "Kosovo Liberation Army", da noi meglio conosciuto con l'acronimo originario UCK):
In 1993, Thaçi was sent in and became a member of the inner circle of the KLA. Thaçi (nom de guerre "Gjarpëri" [the Snake]) was responsible for securing financial means, training and armament of recruits, teaching them in Albania under the auspices of its Kosovar-sympathetic government, to be dispatched to Kosovo. As with other paramilitary leaders involved in conflicts in the states of the former Yugoslavia, Thaci is alleged to have extensive criminal ties. In July of 1997, the District Court of Priština sentenced Thaçi to 10 years of prison in absentia for criminal acts of terrorism and Thaçi and his Drenica unit went into hiding in the woodlands in Drenica. In February of 1998 the government in Belgrade headed by Slobodan Milosevic issued an arrest warrant under the condemnation for having ambushed and attacked patrolling Serbian policemen.
Condannato a dieci anni di prigione per atti criminali di terrorismo. Da un tribunale. Ora, qualcuno potrà dire "è normale che un tribunale pilotato dai serbi condanni un leader dell'indipendentismo del Kosovo". Senza prove? Può essere. Ma chi lo può affermare con sicurezza? Chi può sbilanciarsi a dire che Thaçi è un personaggio con cui è preferibile entrare in relazione? Chi può dare rassicurazioni sulla vocazione democratica della vecchia guardia dell'UCK, la cui ferocia contro la minoranza serba non ebbe nulla da invidiare a quella delle altre componenti criminali e fuorilegge della catastrofe balcanica?
Non potevamo aspettare? Dovevamo per forza allinearci agli interessi americani nel riconoscere una indipendenza che va guardata con il massimo del sospetto?
Cosa sia il Kosovo oggi, in realtà, lo vedete qua: un crocevia ed un punto di ingresso in Europa dei traffici d'armi e di stupefacenti.
Babsi Jones, autrice di "Sappiano le mie parole di sangue", ambienta il romanzo durante l'assedio di Mitrovica (città del Kosovo a maggioranza serba) da parte dell'UCK: è una lettura istruttiva e terribile.
Conviene rileggersi, oggi, anche il suo istruttivo articolo "Kosovo for dummies": qui è descritto bene che tipo di personaggio sia il Thaçi che abbiamo appena riconosciuto (la definizione corretta sembra essere molto prossima a "criminale di guerra"): leggetelo bene, questo articolo di Babsi. Fa capire che razza di politica estera nei confronti della ex-Jugoslavia sia adottata dagli USA (già lo sapevamo) e dalla giovane Unione Europea (lo immaginavamo dal 1999), chi siano i personaggi protetti da questa politica, e chi siano le vittime designate.
Che cosa sia l'UCK, di cui Hashim Thaçi è stato il capo - soprannominato "Il Serpente" - insieme a Agim Ceku, il cui ameno soprannome era "il macellaio dei Balcani", lo potete leggere anche qui.
Che nessuno in Italia mostri di preoccuparsi per questo, nè tra i partiti emergenti nè tra il clero sempre pronto a salvare feti e mai persone, non stupisce: agghiaccia.
In 1993, Thaçi was sent in and became a member of the inner circle of the KLA. Thaçi (nom de guerre "Gjarpëri" [the Snake]) was responsible for securing financial means, training and armament of recruits, teaching them in Albania under the auspices of its Kosovar-sympathetic government, to be dispatched to Kosovo. As with other paramilitary leaders involved in conflicts in the states of the former Yugoslavia, Thaci is alleged to have extensive criminal ties. In July of 1997, the District Court of Priština sentenced Thaçi to 10 years of prison in absentia for criminal acts of terrorism and Thaçi and his Drenica unit went into hiding in the woodlands in Drenica. In February of 1998 the government in Belgrade headed by Slobodan Milosevic issued an arrest warrant under the condemnation for having ambushed and attacked patrolling Serbian policemen.
Condannato a dieci anni di prigione per atti criminali di terrorismo. Da un tribunale. Ora, qualcuno potrà dire "è normale che un tribunale pilotato dai serbi condanni un leader dell'indipendentismo del Kosovo". Senza prove? Può essere. Ma chi lo può affermare con sicurezza? Chi può sbilanciarsi a dire che Thaçi è un personaggio con cui è preferibile entrare in relazione? Chi può dare rassicurazioni sulla vocazione democratica della vecchia guardia dell'UCK, la cui ferocia contro la minoranza serba non ebbe nulla da invidiare a quella delle altre componenti criminali e fuorilegge della catastrofe balcanica?
Non potevamo aspettare? Dovevamo per forza allinearci agli interessi americani nel riconoscere una indipendenza che va guardata con il massimo del sospetto?
Cosa sia il Kosovo oggi, in realtà, lo vedete qua: un crocevia ed un punto di ingresso in Europa dei traffici d'armi e di stupefacenti.
Babsi Jones, autrice di "Sappiano le mie parole di sangue", ambienta il romanzo durante l'assedio di Mitrovica (città del Kosovo a maggioranza serba) da parte dell'UCK: è una lettura istruttiva e terribile.
Conviene rileggersi, oggi, anche il suo istruttivo articolo "Kosovo for dummies": qui è descritto bene che tipo di personaggio sia il Thaçi che abbiamo appena riconosciuto (la definizione corretta sembra essere molto prossima a "criminale di guerra"): leggetelo bene, questo articolo di Babsi. Fa capire che razza di politica estera nei confronti della ex-Jugoslavia sia adottata dagli USA (già lo sapevamo) e dalla giovane Unione Europea (lo immaginavamo dal 1999), chi siano i personaggi protetti da questa politica, e chi siano le vittime designate.
Che cosa sia l'UCK, di cui Hashim Thaçi è stato il capo - soprannominato "Il Serpente" - insieme a Agim Ceku, il cui ameno soprannome era "il macellaio dei Balcani", lo potete leggere anche qui.
Che nessuno in Italia mostri di preoccuparsi per questo, nè tra i partiti emergenti nè tra il clero sempre pronto a salvare feti e mai persone, non stupisce: agghiaccia.
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