E pensare che ero di buon umore, questa mattina, sino al momento in cui, in edicola, ho ammollato l'euro e gettato lo sguardo sulla prima pagina di Repubblica.
E lì mi sono immediatamente imbufalito e imbizzarrito, con il rischio di creare una seria e pericolosa turbativa al traffico di pendolari diretto verso il capoluogo sabaudo.
Già, perchè in prima pagina oggi (e l'orrore è speculare sul sito web) campeggia, come notizia principale di apertura a tutta pagina...una lettera della signora Veronica Lario a suo marito, il signor Berlusconi.
Una lettera personale, piena di - scusate l'eufemismo - "cazzi loro", che verte su alcuni dei noti atteggiamenti del signor Berlusconi di cui ci siamo vergognati per anni (qui ci si riferisce nello specifico alle molestie verso l'universo femminile: visto che il soggetto in questione è ricco e potente vengono chiamate "galanterie", ma in realtà trattasi esattamente della stessa visione delle donne che hanno i pappagalli da strada e che la blogger Giulia stigmatizza con decisione qui in una analisi quasi completamente condivisibile).
Ma qui la mia rabbia non è rivolta verso la signora Lario: in qualità di moglie del Principe, ella ha pensato - forse giustamente - che il loro privato sia di interesse pubblico, e che le cose che sono oggetto di normali litigate domestiche nelle case normali (o addirittura degne appena di essere scritte col pennarello rosso sulla lavagnetta lucida di casa, tipo "ricordarsi di comprare il latte") abbiano urgenza di essere rese note al popolo.
La mia ira è nei confronti di Repubblica, che ha fatto di questa lettera la notizia di apertura ed ha dedicato l'intera pagina 4 del quotidiano cartaceo alla continuazione del testo di questa lettera, usando un font ingrandito ed una foto maxisize della peraltro piacevole signora per garantirle la massima visibilità.
Signori di Repubblica, siamo impazziti?
Per chi ci avete preso?
Questo vuol dire che ci reputate fessi, completamente rimbambiti, assolutamente ed impunemente offensibili?
I fatti privati (noiosi, patetici, squallidi) dei principi assurgono al ruolo di notizia principale della giornata, cancellando tutto quello di cui faticosamente dovremmo occuparci in modo serio?
Vuol dire che d'ora in poi riserverete una porzione del sito del giornale ad altre comunicazioni di servizio private per i potenti? Che domani a mezzogiorno leggeremo sull'homepage una comunicazione della signora Prodi che dice "Romano torna a casa, ho buttato la pasta?"
E' molto meglio di voi Cronaca Vera, che è morbosa ma almeno si occupa degli ultimi e degli sfigati.
Ai due o tre lettori che passano casualmente di qua, se per caso hanno un blog e sempre se per caso sono lettori di Repubblica, lancio una proposta: scriviamo a Repubblica la nostra indignazione e non compriamo più il giornale per una settimana.
Lo so, domani regalano Tex ed è difficile essere coerenti: ma possiamo comprarla, tenerci Tex e lasciare Repubblica in reso all'edicolante. Da venerdì a mercoledì, ciccia. Se quel che il nostro quotidiano ha da dirci di importante è questo, possiamo benissimo farne a meno.
mercoledì, gennaio 31, 2007
martedì, gennaio 30, 2007
PACS
Se uno segue anche distrattamente i dibattiti in corso nel nostro paese, può venir assalito da un senso di depressione fortissimo.
Ad esempio, i PACS: io credo che per chiunque sia normale, ormai, vedere persone che SI VOGLIONO BENE, si attraggono, vogliono condividere un pezzo del proprio percorso di vita, e si uniscono in una forma che non sarà forse definibile "famiglia" in senso stretto, ma è COMUNQUE un nucleo forte di affetto, di solidarietà, di vicinanza che qualunque Stato, ma anche qualunque persona di buonsenso, dovrebbe incoraggiare, sostenere, riconoscere.
Ed invece, no. Si guarda a questa aggregazione con sospetto, si chiede che il legame abbia una durata ed una solidità che nessuno si sognerebbe mai di chiedere ad un matrimonio normale, si colpevolizza, si indica col dito accusatore...
E che lo faccia la Chiesa medievale e retrograda, passi...che osino proferir parola sull'argomento anche gli ipocriti sepolcri imbiancati pluridivorziati del centrodestra (uno come Casini che parla di valore della famiglia, pensa te...), passi...ma che lo faccia gente che dovrebbe rappresentare la parte migliore e più illuminata del paese, è veramente triste.
E che il nostro Presidente dica che "bisogna tener conto delle indicazioni della Chiesa", è davvero un altro colpo basso alle speranza di emancipazione laica di questo paese dal dannato vincolo rappresentato da quegli insopportabili 0,44 chilometri quadrati nel cuore di Roma.
Ad esempio, i PACS: io credo che per chiunque sia normale, ormai, vedere persone che SI VOGLIONO BENE, si attraggono, vogliono condividere un pezzo del proprio percorso di vita, e si uniscono in una forma che non sarà forse definibile "famiglia" in senso stretto, ma è COMUNQUE un nucleo forte di affetto, di solidarietà, di vicinanza che qualunque Stato, ma anche qualunque persona di buonsenso, dovrebbe incoraggiare, sostenere, riconoscere.
Ed invece, no. Si guarda a questa aggregazione con sospetto, si chiede che il legame abbia una durata ed una solidità che nessuno si sognerebbe mai di chiedere ad un matrimonio normale, si colpevolizza, si indica col dito accusatore...
E che lo faccia la Chiesa medievale e retrograda, passi...che osino proferir parola sull'argomento anche gli ipocriti sepolcri imbiancati pluridivorziati del centrodestra (uno come Casini che parla di valore della famiglia, pensa te...), passi...ma che lo faccia gente che dovrebbe rappresentare la parte migliore e più illuminata del paese, è veramente triste.
E che il nostro Presidente dica che "bisogna tener conto delle indicazioni della Chiesa", è davvero un altro colpo basso alle speranza di emancipazione laica di questo paese dal dannato vincolo rappresentato da quegli insopportabili 0,44 chilometri quadrati nel cuore di Roma.
Stupore infantile
Le Notti Bianche sono una splendida invenzione delle Amministrazioni.
A Torino, le ultime sono state legate ad eventi sportivi importanti (le Olimpiadi Invernali, nel 2006, e le Universiadi appena concluse).
La notte di sabato 27 gennaio è stata bella come le altre, con questo fiume di gente che tra Piazza Vittorio e Piazza San Carlo si riprendeva la città, con mille rivoli e torrenti che saturavano tutte le vie e viuzze del nostro splendido centro ortogonale.
Qui voglio solo segnalare, in particolare, la straordinaria performance che ha lasciato a bocca aperta, in preda ad un gioioso stupore infantile, le migliaia di persone che si sono recate lì tra mezzanotte e l'una.
Molti sono arrivati in piazza seguendo una balena volante che giungeva da via Roma...
In piazza, nei minuti successivi, sono giunte altre creature marine volanti, e con un suggestivo gioco di luci e suoni la bellissima piazza pedonale si è trasformata in un gigantesco acquario.
Il conflitto tra insidiose e gigantesche creature marine (un drago, un piovra) per il possesso di una perla, con questi corpi eterei e fluttuanti che sfioravano le nostre teste, è stato il momento clou di uno spettacolo emozionante, mentre polpi e cavallucci marini luminosi si disperdevano tra la folla...
La compagnia di teatro di strada che ha realizzato la performance si chiama les Plasticiens Volants, è - chiaramente - francese e potete ammirare qui, sul loro sito, le cose splendide che sanno fare.
A Torino, le ultime sono state legate ad eventi sportivi importanti (le Olimpiadi Invernali, nel 2006, e le Universiadi appena concluse).
La notte di sabato 27 gennaio è stata bella come le altre, con questo fiume di gente che tra Piazza Vittorio e Piazza San Carlo si riprendeva la città, con mille rivoli e torrenti che saturavano tutte le vie e viuzze del nostro splendido centro ortogonale.
Qui voglio solo segnalare, in particolare, la straordinaria performance che ha lasciato a bocca aperta, in preda ad un gioioso stupore infantile, le migliaia di persone che si sono recate lì tra mezzanotte e l'una.
Molti sono arrivati in piazza seguendo una balena volante che giungeva da via Roma...
In piazza, nei minuti successivi, sono giunte altre creature marine volanti, e con un suggestivo gioco di luci e suoni la bellissima piazza pedonale si è trasformata in un gigantesco acquario.
Il conflitto tra insidiose e gigantesche creature marine (un drago, un piovra) per il possesso di una perla, con questi corpi eterei e fluttuanti che sfioravano le nostre teste, è stato il momento clou di uno spettacolo emozionante, mentre polpi e cavallucci marini luminosi si disperdevano tra la folla...
La compagnia di teatro di strada che ha realizzato la performance si chiama les Plasticiens Volants, è - chiaramente - francese e potete ammirare qui, sul loro sito, le cose splendide che sanno fare.
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martedì, gennaio 23, 2007
Downgrade/1
Ho deciso: il mio progetto di vita per il futuro si chiamerà così.
Ho ragionato a lungo, in passato, sul concetto di "sviluppo sostenibile". E sono arrivato alla conclusione che sia un obiettivo fuorviante. E' sbagliato in sè il concetto di sviluppo "infinito": impossibile, insensato, e anche immorale in quanto non può coinvolgere tutta l'umanità.
Adesso, poi, gli effetti di un'idea dello sviluppo "tout cout" sono così drammaticamente visibili che nessuno può più fare finta di ignorarli.
E non parlo della mimosa che fiorisce a gennaio nel mio giardino o dei ventisette gradi a Torino di venerdì, ma delle guerre che insanguinano sempre più il pianeta - senza alcuna speranza di cessazione - per il controllo delle risorse energetiche: oggi il petrolio e il gas, domani l'acqua...
Serve un passo indietro. Qualcuno lo chiama "decrescita felice". E va benissimo.
Ma visto che è anch'esso un obiettivo troppo complicato, parto da qualcosa di più semplice.
Un downgrade personale significa il progressivo abbandono delle funzionalità superflue. Il ritorno al "core" (in inglese, ma anche in napoletano!!!!) di noi stessi, al motivo per cui siamo nati.
Il superfluo è bello, ma in questo momento particolare ha costi così gravosi per l'umanità che è necessario liberarsene.
Il processo di semplificazione di se stessi può partire più facilmente se smettiamo di leggere e guardare la pubblicità commerciale: essa è la promozione di falsi bisogni e di risposte ad essi, ma se partiamo dall'idea che ne abbiamo già troppi, di falsi bisogni incorporati, capiamo bene che il tempo dedicato ad assorbirne di nuovi è tempo sprecato.
Il modello di vita a cui ispirarci non deve più essere esterno a noi, ma deve essere in noi: noi siamo il vero, unico modello di noi stessi, quel che POSSIAMO essere è - se non ci distraiamo - il meglio che possiamo dare al mondo.
Solo noi conosciamo le nostre potenzialità, le nostre capacità: se non sprecassimo energie per diventare qualcosa di diverso e che non ci appartiene, le impiegheremmo per essere nient'altro che noi stessi.
Questa consapevolezza mi sembra un buon punto di partenza per ripensare noi stessi.
Ho ragionato a lungo, in passato, sul concetto di "sviluppo sostenibile". E sono arrivato alla conclusione che sia un obiettivo fuorviante. E' sbagliato in sè il concetto di sviluppo "infinito": impossibile, insensato, e anche immorale in quanto non può coinvolgere tutta l'umanità.
Adesso, poi, gli effetti di un'idea dello sviluppo "tout cout" sono così drammaticamente visibili che nessuno può più fare finta di ignorarli.
E non parlo della mimosa che fiorisce a gennaio nel mio giardino o dei ventisette gradi a Torino di venerdì, ma delle guerre che insanguinano sempre più il pianeta - senza alcuna speranza di cessazione - per il controllo delle risorse energetiche: oggi il petrolio e il gas, domani l'acqua...
Serve un passo indietro. Qualcuno lo chiama "decrescita felice". E va benissimo.
Ma visto che è anch'esso un obiettivo troppo complicato, parto da qualcosa di più semplice.
Un downgrade personale significa il progressivo abbandono delle funzionalità superflue. Il ritorno al "core" (in inglese, ma anche in napoletano!!!!) di noi stessi, al motivo per cui siamo nati.
Il superfluo è bello, ma in questo momento particolare ha costi così gravosi per l'umanità che è necessario liberarsene.
Il processo di semplificazione di se stessi può partire più facilmente se smettiamo di leggere e guardare la pubblicità commerciale: essa è la promozione di falsi bisogni e di risposte ad essi, ma se partiamo dall'idea che ne abbiamo già troppi, di falsi bisogni incorporati, capiamo bene che il tempo dedicato ad assorbirne di nuovi è tempo sprecato.
Il modello di vita a cui ispirarci non deve più essere esterno a noi, ma deve essere in noi: noi siamo il vero, unico modello di noi stessi, quel che POSSIAMO essere è - se non ci distraiamo - il meglio che possiamo dare al mondo.
Solo noi conosciamo le nostre potenzialità, le nostre capacità: se non sprecassimo energie per diventare qualcosa di diverso e che non ci appartiene, le impiegheremmo per essere nient'altro che noi stessi.
Questa consapevolezza mi sembra un buon punto di partenza per ripensare noi stessi.
venerdì, gennaio 12, 2007
Erba
Appena dopo la strage, si erano accese le urla forcaiole dei bravi padani: sembrava che il colpevole fosse il marito (nordafricano) della vittima, e quindi via libera al'odio incontenibile verso gli invasori.
Oggi, ahinoi, si scopre che quell'orrore non è straniero, ma è figlio legittimo di questa piccola, rancorosa Italia da pianerottolo.
Di quei silenzi, di quella "semplicità" che è semplicemente ignoranza e paura, di quelle solitudini, di quei soldi sospirati e usati come metro della vita, di quelle televisioni accese, di quei luoghi tristi fatti di cemento fabbriche e supermarket.
In quelle case, in quei luoghi, altri piccoli uomini e piccole donne ammirano in silenzio il coraggio di chi ce l'ha fatta, di chi ha finalmente tagliato la gola e spaccato il cranio al mondo che lo impauriva.
Oggi, ahinoi, si scopre che quell'orrore non è straniero, ma è figlio legittimo di questa piccola, rancorosa Italia da pianerottolo.
Di quei silenzi, di quella "semplicità" che è semplicemente ignoranza e paura, di quelle solitudini, di quei soldi sospirati e usati come metro della vita, di quelle televisioni accese, di quei luoghi tristi fatti di cemento fabbriche e supermarket.
In quelle case, in quei luoghi, altri piccoli uomini e piccole donne ammirano in silenzio il coraggio di chi ce l'ha fatta, di chi ha finalmente tagliato la gola e spaccato il cranio al mondo che lo impauriva.
giovedì, gennaio 11, 2007
Inside Man
Capita di rado di vedere un film così bello (lo so, è di qualche mese fa, ma io l'ho visto solo ieri in DVD). Un thriller teso ma senza inutili spargimenti di sangue, senza violenza fine a se stessa, con un finale che lascia speranza e con personaggi che sono umani, normali, persino banali.
Un vero piacere per gli occhi e per la mente: si possono ancora raccontare storie edificanti, "buone", pulite e credere che possano accadere anche nella realtà.
Denzel Washington è simpatico nella sua precarietà professionale, Clive Owen è un ladro gentiluomo; persino Jodie Foster, odiosa all'inizio, si riscatta nel lasciare al suo destino l'unico vero "cattivo" della storia (che, come accade nella realtà, sembra il più rispettabile di tutti).
Scena mitica: il capo dei banditi chiacchiera, nella banca assediata, con un bambino-ostaggio, che sta giocando ad un gioco truculento sulla PSP. Il gioco è talmente impressionante che il "bandito" dice: "ne parlerò a tuo padre, di quel gioco", con uno splendido rovesciamento di ruoli tra bene e male...
Ustica
Un aereo che precipita, 81 vittime, vent'anni di vicenda giudiziaria con milioni di pagine di atti. Nessuna verità, nessun colpevole, nessuna giustizia, nessun risarcimento.
Qui, Giuseppe Genna riassume i nodi irrisolti di questa ennesima sconfitta.
Qui, su Wikipedia, la ricostruzione della vicenda. Al fondo della pagina, leggete, con estrema lentezza, i nomi delle vittime. Immaginate ognuno di loro, immaginate di essere uno di loro.
Qui, Giuseppe Genna riassume i nodi irrisolti di questa ennesima sconfitta.
Qui, su Wikipedia, la ricostruzione della vicenda. Al fondo della pagina, leggete, con estrema lentezza, i nomi delle vittime. Immaginate ognuno di loro, immaginate di essere uno di loro.
lunedì, gennaio 08, 2007
Buone, piccole cose per iniziare il 2007
Per iniziare il nuovo anno con un po' di ottimismo, metto in fila alcune cose che mi hanno fatto piacere e mi hanno fatto sperare. Non vogliono significare granchè, non hanno una sequenza logica significativa, ma hanno seminato un germe di speranza in un campo di pessimismo (qual è il mio animo di questi tempi).
Prima cosa: sono stati eliminati gli incentivi statali agli inceneritori in quanto "produttori di energia alternativa e rinnovabile". Per anni, sulla nostra bolletta elettrica, è stata raccolta una somma da destinare all'incentivazione delle energie rinnovabili: e per anni, un'immensa quantità di denaro è fluita nelle casse di chi gestisce gli inceneritori (che producono, con un bassissimo rendimento, solo un po' di energia elettrica di recupero: ma di certo non si può dire che "rinnovino" alcunchè).
Seconda cosa: l'Italia, come riporta dettagliatamente ep9, si è fatta promotrice presso l'ONU di una azione che porti almeno ad una moratoria internazionale per la pena di morte.
Terza cosa: qualche giorno fa il Papa (con cui dissento molto frequentemente; anzi, a dirla tutta, quasi sempre) ha evidenziato il rischio insito nella informazione "globale", che non consente di controllare quello che sappiamo.
Quarta cosa: sempre il Papa, ieri, ha detto che "lo scandalo della fame, che tende ad aggravarsi, è inaccettabile in un mondo" che ha beni e conoscenze per affrontarlo. Il Papa chiede dunque di cambiare i modi di vita e "eliminare le cause strutturali delle disfunzioni dell'economia mondiale" correggendo i "modelli di crescita" incapaci di "garantire il rispetto dell'ambiente" lo sviluppo integrale anche del futuro.
(Poi ha detto un sacco di altre cose su PACS eccetera che lascio perdere, perchè questo è un post volutamente ottimista).
Prima cosa: sono stati eliminati gli incentivi statali agli inceneritori in quanto "produttori di energia alternativa e rinnovabile". Per anni, sulla nostra bolletta elettrica, è stata raccolta una somma da destinare all'incentivazione delle energie rinnovabili: e per anni, un'immensa quantità di denaro è fluita nelle casse di chi gestisce gli inceneritori (che producono, con un bassissimo rendimento, solo un po' di energia elettrica di recupero: ma di certo non si può dire che "rinnovino" alcunchè).
Seconda cosa: l'Italia, come riporta dettagliatamente ep9, si è fatta promotrice presso l'ONU di una azione che porti almeno ad una moratoria internazionale per la pena di morte.
Terza cosa: qualche giorno fa il Papa (con cui dissento molto frequentemente; anzi, a dirla tutta, quasi sempre) ha evidenziato il rischio insito nella informazione "globale", che non consente di controllare quello che sappiamo.
Quarta cosa: sempre il Papa, ieri, ha detto che "lo scandalo della fame, che tende ad aggravarsi, è inaccettabile in un mondo" che ha beni e conoscenze per affrontarlo. Il Papa chiede dunque di cambiare i modi di vita e "eliminare le cause strutturali delle disfunzioni dell'economia mondiale" correggendo i "modelli di crescita" incapaci di "garantire il rispetto dell'ambiente" lo sviluppo integrale anche del futuro.
(Poi ha detto un sacco di altre cose su PACS eccetera che lascio perdere, perchè questo è un post volutamente ottimista).
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