martedì, novembre 05, 2013

Il principio o il dubbio?

Il "caso Cancellieri" fornisce spunti per ragionamenti interessanti.

Premetto che sono completamente indifferente alla vita e alla morte dei componenti della famiglia Ligresti.
Così come sono (siamo) di fatto indifferente alla vita ed alla morte di milioni di persone che non diventano abbastanza interessanti da finire sul giornale.

Non analizzo dunque l'aspetto "umanitario" della questione. Sapere che la Ligresti stava male non mi muove a commozione.

Ma, nelle critiche avanzate alla Cancellieri, c'è qualcosa che non mi torna.

Le critiche si basano sul principio che un ministro non dovrebbe intervenire nei casi singoli, tantomeno se la persona coinvolta ha legami di amicizia/parentela.

Questo, secondo me, è un principio assai discutibile.
Alla fine, io credo che qualsiasi persona intervenga in tutte le situazioni in cui ha un coinvolgimento affettivo/emotivo, e mi parrebbe assai strano (ed anche poco umano) che ciò non accadesse.

La Cancellieri, si dice, ha fatto la stessa cosa che ha fatto per la Ligresti in altri 110 casi, parlandone con il direttore del DAP.

Allora, secondo lo stesso principio, anche questo è ingiusto, visto che su una popolazione carceraria di oltre 60.000 persone, sicuramente chi vive una situazione di disagio va ben oltre il numero di 110.

Estremizzando il principio, allora anche Schindler ed "i giusti" che salvarono gli ebrei commisero una profonda ingiustizia non salvando tutti quelli che non "conoscevano" e con cui, in quel momento, non avevano contatti o relazioni.

Insomma, sostengo che sia NATURALE fare qualcosa per le persone con cui si è in relazione, indipentemente dal ruolo che si ricopre.

Avrei pensato malissimo della Cancellieri se, a fronte di una richiesta di aiuto proveniente da una conoscente, non avesse fatto nulla in nome di un "principio" che, essendo di origine umana, vale esattamente quanto ogni altro principio.

Poi, pensare con fastidio ai Ligresti, ed anche al fatto che la Cancellieri abbia una relazione di amicizia con costoro, è un'altra cosa, che non c'entra con il principio sostenuto.

Sappiamo bene che chi ha molto potere e denaro vive in un mondo diverso dal nostro, ed ha contiguità non necessariamente con gli onesti, ma con chi ha potere e denaro.

Basta leggere un libro di Saviano per capire il senso di appartenenza dato dal potere e dai soldi. E' molto più facile, per un ricco, avere contatti e relazioni con la malavita organizzata, di quanto capiti a noi.
Le mafie che gestiscono immense ricchezze sono inevitabilmente contigue a chi possiede analoghe ricchezze.

Questo per dire che non mi scandalizzano le "relazioni pericolose" della Cancellieri. Le considero inevitabili, nella sua posizione.

E non pretendo da lei qualcosa che non vorrei qualcuno pretendesse da me: non aiutare, in nome di un principio astratto, le persone con cui si è in relazione.

Nel giudicare le cose (ed il prossimo) bisognerebbe sempre procedere con il dubbio, più che con i principi.

In questo condivido le domande che si pone Luca Sofri.

33 commenti:

Carla ha detto...

Rimane però da capire di che tipo di relazioni si tratti. Se sono quelle affettive (amicizia, vicinanza, frequentazione..) posso anche condividere.
Però c'è di mezzo anche un posto di lavoro di prestigio per il figlio e una liquidazione milionaria.
E qua mi sento di condividere un po' meno la tua riflessione

dario ha detto...

Mah, Lupo, non sono tanto d'accordo con te (e quando mai!!!)

Innanzitutto secondo me va notato che la stessa necessita' di segnalare al capo del DAP un caso (o piu' casi, comunque in numero irrisorio rispetto alla totalita') implica una delle due:
1) il capo del DAP non e' a conoscenza del fatto che esistano casi di detenzione simili a quelli della Ligresti, cioe' da scarcerare ("oops... non mi ero accorto che il delfino s'e' impigliato nella rete! Lo libero subito")
2) il capo del DAP sa che ne esistono, ma si prende cura solo di quelli segnalati da qualche personalita' influente.
Siccome ritengo inconcepibile la 1, deduco che sia procedura usuale che il capo del DAP faccia dei favoritismi. Il che e' inammissibile per il capo del DAP, ma continuerebbe a non esserne imputabile la Cancellieri.
A questo punto, se la Cancellieri richiama l'attenzione del capo del DAP su un caso particolare significa che o la Cancellieri presume plausibile la 1, il che mi pare altrettanto inconcepibile, oppure che la Cancellieri utilizzi la sua posizione per ottenere un favoritismo su un caso particolare (o 110 casi, non fa differenza).
Che il sistema funzioni per raccomandazioni e' gia' abbastanza umiliante, per un italiano. Che sia proprio il Ministro della Giustizia che utilizzi questo metodo e' ancora piu' umiliante. Ma che il Ministro della Giustizia pretenda che il suo diritto di ottenere raccomandazioni sia accettato pubblicamente mi pare francamente inaccettabile.

In secondo luogo, credo che il fatto stesso di segnalare il caso al capo del DAP implichi riconoscere pubblicamente che la procedura di scarcerazione per motivi del genere non venga rispettata come previsto. E il rispetto di questa procedura credo sia proprio responsabilita', guarda caso, del Ministro della Giustizia.

(queste cose sono piu' o meno quello che ho scritto nel mio post)

Per quanto riguarda le "relazioni pericolose" della Cancellieri, temo che tu abbia proprio ragione, sono inevitabili. Il che significa che un ricco puo' essere rappresentativo solo dei ricchi. Che costituiscono una netta minoranza del Paese, quindi, volendo prendere in considerazione questo aspetto, questo argomento e' solo una ragione in piu' per richiedere le dimissioni della Cancellieri.

luposelvatico ha detto...

@Carla: secondo me la storia del figlio esula dal contesto. O meglio, è un elemento non fondamentale rispetto al tema che ponevo io sull'intervento della Cancellieri (se sei amico di una persona, è naturale che tu usi il poco o tanto potere che hai per aiutarla).

@dario: credo che il direttore del DAP non sia direttamente a conoscenza dei problemi individuali in una popolazione carceraria di 60.000 persone. Credo che in qualunque sistema e in qualunque organizzazione, purtroppo, il criterio di intervento non sia la "giustizia assoluta", ma la contingenza. Mi occupo ci chi conosco, o di quel che so, o di quello che paga di più, o di quello che è più potente o rompe di più le palle.
Tutte le aziende di servizi, come ben sai, profilano i clienti in base alla loro rilevanza economica, non certo in base ad un criterio di uguaglianza.
Lo fanno da sempre le banche, e tra un po' lo faranno anche le scuole e gli ospedali. E per quanto mi pesi ammetterlo (visto che io di conoscenze importanti non ne ho) , con lo smantellamento dello stato sociale, sempre più la uguaglianza dei cittadini proclamata dalla Costituzione verrà meno e sempre più saranno le conoscenze a contare.
Per cui, il fatto che chi ha potere intervenga a favore di chi conosce, a scapito di tutti gli altri è GIA' la norma.
Moralmente giusto? Moralmente sbagliato?
Non mi pongo nemmeno il problema. E' un comportamento umano, sul quale i principi proclamati non hanno mai avuto effetto nella storia.
In questo contesto, il fatto che la Cancellieri sia intervenuta personalmente ANCHE per un sacco di persone che non sono suoi amici mi stupisce persino piacevolmente.
Poi, che la Cancellieri venga fatta dimettere o meno non è una questione che cambia la nostra vita, ma io credo che se si dimette lei allora qualsiasi Ministro della Giustizia (o meglio, qualsiasi Ministro, Viceministro, Sottosegretario, Parlamentare, Sindaco, Assessore) debba dimettersi sempre e quasi subito dal proprio incarico, perchè NON riesco a credere che chiunque abbia del potere (come chi non ce l'ha, peraltro) si astenga dall'intervenire in qualche modo, prima o poi, a favore delle persone con cui ha delle relazioni e a scapito delle persone che non conosce.

dario ha detto...

Credo che il ministro della Giustizia debba lottare fino alla morte perche' le regole valgano per tutti i cittadini allo stesso modo. Se non ci riesce, allora non puo' essere una soluzione fare si' che le regole valgano per 110 persone ma non per tutte le altre.

Posso condividere che e' umano voler salvare la sua amica, e ancora piu' umano e' voler salvare 110 persone che manco conosci. Ma farlo, nella consapevolezza che si tratti di ingiustizia nei confronti degli altri per cui non muovi un dito rivela appunto il fatto che tu non muovi un dito.
Consapevolmente.

luposelvatico ha detto...

Ma se uno si muovesse solo dopo aver verificato che tutto quello fa risponde esattamente ad un principio di giustizia - per cui qualsiasi azione verso qualcuno non deve costituire motivo di diseguaglianza nei confronti di chiunque altro -nessuno farebbe più nulla.

Non trovi?

Così il principio sarebbe paradossalmente rispettato - nessuna ingiustizia! - ma non credo che il mondo sarebbe migliore...

dario ha detto...

:-) Non sono nemmeno le otto di mattina e forse sono ancora un po' annebbiato dal sonno, forse e' per questo che non sono sicuro di aver capito esattamente la costruzione ellittica del tuo commento. Tento comunque una risposta.

Dici "Se uno si muovesse" come se stessimo parlando di uno qualunque. No, non e' esattamente uno qualunque, e' il ministro della Giustizia. Cioe' di colui cui il compito piu' nobile e importante credo sia quello di fare in modo che la giustizia sia applicata uniformemente sui cittadini. Lo spazzacamino spazza i camini, il salumiere vende il salame, il ministro della Giustizia amministra la Giustizia. Io la vedo cosi'.

Ripeto che moralmente e umanamente ritengo che sia meglio salvare cento persone piuttosto che non salvarne nessuna. Tanto di cappello a Shindler che ha salvato alcuni ebrei, ma purtroppo ne ha salvati solo alcuni. Il fatto e' che Shindler, con la sua opera di salvataggio di ebrei ha implicitamente combattuto il regime Nazista. Ora, che Shindler combatta il regime Nazista pare cosa giusta e buona. Che il ministro della Giustizia combatta lo Stato mi pare un tantinino contraddittorio. A te no?

Il punto secondo me e' che, come dici tu con parole diverse ("Mi occupo ci chi conosco, o di quel che so, o di quello che paga di più, o di quello che è più potente o rompe di più le palle"), c'e' un sistema di raccomandazioni, clientelismi, favoritismi, corruzione che, per quanto inaccettabile, fa ormai parte del comportamento naturale e del tessuto culturale in cui viviamo. A me fa cagare questo sistema. Preferirei un sistema un po' piu' "germanico" dove il caso particolare e' ottusamente ignorato ma alimenta l'impegno ad occuparsi del caso generale.
Tu dici che le cose stanno cosi' e dobbiamo accettarle cosi', fintantoche' non riusciamo ad aggiustare il caso generale. E va be'.
Ma che il ministro della Giustizia si sottoponga a questo principio e, pretendendone il riconoscimento popolare lo alimenti, be', questo non mi sta bene.
In altre parole, se una madre si trovasse nella situazione di poter salvare da morte certa uno solo dei due figli, credo che farebbe cosa giusta a salvarne uno a costo di lasciar morire l'altro. Meglio uno di niente. Ma se io fossi l'altro, mi incazzerei, e pretenderei che mamma riconoscesse la sua incapacita', come madre, di provvedere alla sopravvivenza di tutti i figli che ha concepito. Credo per altro che quella madre si sentirebbe infinitamente in colpa per il figlio perduto, e non sventolerebbe l'orgoglio di aver salvato l'altro.

luposelvatico ha detto...

Uh, che esempio terribile!!!:-)
Però non coincide con la situazione, perchè la salvata in questo caso era un'amica e gli abbandonati dei perfetti sconosciuti.
Quindi, emotivamente, una situazione completamente diversa da quella della sventurata madre, che deve scegliere tra due affetti egualmente forti.

dario ha detto...

:-) di metafore terribili sono un maestro!

Il punto e' proprio quello. Che i perfetti sconosciuti si dovrebbero sentire egualmente tutelati da mamma Cancellieri. E' per questo che pretendo che il ministro della Giustizia non faccia favoritismi.

Non e' proprio questo il fondamento di una democrazia?

luposelvatico ha detto...

Sinceramente, non lo so e non credo: se entriamo nei fondamenti della democrazia ci perdiamo...
Diciamo che tu asserisci che non fare favoritismi è possibile e doveroso, mentre io penso che sia umanamente impossibile.:-)

dario ha detto...

Ancora di piu' io penso che se dovessi subire una ingiusta punizione perche' il sistema non funziona come dovrebbe me la prenderei con chi e' incaricato di far funzionare quel sistema. Se poi scoprissi che colui che deve far funzionare il sistema e' a conoscenza di questa ingiustizia e utilizzi il suo potere per farla rispettare solo per i suoi amici e qualche altro, considererei cio' un'aggravante.

Tu, invece, in carcere sull'orlo del suicidio diresti qualcosa tipo "Grazie Ministro che hai salvato la Ligresti!" e te ne faresti una ragione alleviando un po' il dolore che ti sta spingendo al suicidio?

Luposelvatico ha detto...

Se fossi alla disperazione chiederei aiuto ai miei amici...e se avessi una amicizia importante, la userei (che è poi quello che hanno fatto i Ligresti!)

E mi incazzerei se non facesse nulla per me:-)

dario ha detto...

Uffa! dici che non c'e' proprio modo per muoversi nella legalita'?!? L'unica e' trovare l'amico influente? E i potenti non possono fare niente per aggiustare questa cosa?

Accidenti, che mondo di merda!

E io che credevo ancora nel comunismo!

dario ha detto...

Uhm... ripensandoci... se e' davvero cosi' che va il mondo conviene che da ora cerco di farmi amiche le persone influenti, magari regalando in giro qualche "butiglù de ì", come fa il mio amico leghista bergamasco. Casomai mi capitasse qualche disavventura tipo quella dei Ligresti.
In fondo ha proprio ragione il mio amico leghista bergamasco.

dario ha detto...

Se poi la persona influente e' importante, potrei anche sprecarmi con un "butigliù de ì de chel bù" :-))))

luposelvatico ha detto...

Spero che tu abbia letto abbastanza libri sul comunismo realizzato da esserti tolto ogni illusione sul fatto che un nuovo sistema possa realizzare un "uomo nuovo" e una società senza favoritismi e familismi...:-)
L'uomo sempre quello, è, con qualsiasi ideologia tu lo voglia rivestire...

Ti conviene comprarne parecchie, di bottiglie:-))))

dario ha detto...

Naturalmente quella del comunismo era solo una battuta... e in effetti non c'entra niente con il resto del discorso...

mh...

...pero', a pensarci bene mi sa che sono sempre stato asincrono. Ho cominciato a credere nel comunismo quando e' stato dichiarato morto da tutti gli altri :-)

dario ha detto...

:-) comprare tante bottiglie significa enorme spreco di risorse ed energie. Quindi mi conviene fare proprio come i Ligresti spremendo tali risorse ed energie a chi ha difetto di difese influenti.

Insomma, viva l'illegalita'!

luposelvatico ha detto...

Hai più sentito qualcuno che chieda di andare al governo promettendo "uguaglianza"? Io no, ma forse mi sono distratto:-)

dario ha detto...

mbe'... giusto ieri ho sentito il neo-eletto sindaco di New York dire proprio quello.

dario ha detto...

(scusa se utilizzo il tuo spazio con chiacchiericcio da peppia, ma oggi la voglia di lavorare ha un minimo storico)

In effetti, ripensandoci, nel suo piccolo, il mio amico leghista bergamasco, che chiamero' Andrea, visto che si chiama proprio cosi', fa esattamente il gioco dei Ligresti.
Con il suo leccaculismo e' diventato praticamente amico fraterno con il Presidente (che ricopre il ruolo di amministratore delegato e anche di Proprieta' dell'azienda). Ora, in tempi di crisi, e' l'unico a cui non tremano le chiappe, perche' se anche l'azienda dovesse fallire, lui e' l'unico che cadra' in piedi.

Immagino quanto sarebbe piacevole la situazione di non dover temere di quale sia il futuro di me e della mia famiglia a fronte dell'aria che sta tirando ormai da qualche anno sul mio deschetto.

dario ha detto...

Ahah! stavo pensando di comprare una bella bottiglia di... chesso', un barolone e spedirlo alla Cancellieri, magari allegando una bella letterina che specifica "In segno di amicizia, casomai dovessi anch'io fare la fine dei Ligresti".

Credi che funzionerebbe, oppure devo anche dimostrare che si tratti di amicizia sincera?

luposelvatico ha detto...

Mmmm...con una bottiglia di Barolo, se finisci nei guai la Cancellieri manda una lettera, perchè non ti sei guadagnato la telefonata. E quindi mi sa che sei morto:-)))

dario ha detto...

Quindi, non avendo soldi ne' possibilita' di farne legalmente in un tempo ragionevole, mi conviene entrare nel giro della corruzione, come i Ligresti.

In buona sostanza abbiamo stabilito che, per sopravvivere, ci vuole una raccomandazione della Cancellieri. Pero', per ottenerla, bisogna essere o molto ricchi oppure delinquenti.

E a te tutto questo sta tutto sommato bene?

dario ha detto...

Ripensandoci, il corollario e' se la giustizia funziona in modo ingiusto, non riuscirai mai a far valere i tuoi diritti se sei povero o se sei onesto, e paradossalmente i ricchi e i disonesti riusciranno a sfangarla. Che bel quadretto che abbiamo dipinto proprio per il ministro della Giustizia!

luposelvatico ha detto...

Ma magari la Cancellieri avrà anche degli amici per bene, mica li trova solo tra i corrotti:-)

Se avesse aiutato (e l'avrà fatto di certo) un amico perbene, non cambierebbe la ragione delle nostre divergenze, giusto?

luposelvatico ha detto...

Uh, rispetto al corollario conclusivo ti consiglio un libro stupendo: "Giustizia", di Friedrich Dürrenmatt.

Ecco l'abstract (mio):
Incrociando vendetta e interessi personali, un ricco e stimato borghese svizzero commette platealmente e pubblicamente un delitto: ma - usando la propria influenza e curando alcuni dettagli - riuscirà a farsi proclamare innocente, affidando ad un avvocato ambizioso e disturbato il compito di dimostrare che quel che è accaduto realmente è secondario, che esistono infiniti modi per modificare le narrazioni della realtà accaduta e crearne di proprie, di adeguate al contesto ed ai voleri delle classi sociali dominanti.
La giustizia assoluta non esiste, e la giustizia in sè è un concetto imperfetto, malleabile, plasmabile, sempre sottomesso al volere di chi ha potere.
Chi tenta di opporsi a questa realtà sarà travolto, distrutto, spazzato via.

Non ti dico come va a finire, anche senza la Cancellieri:-)

luposelvatico ha detto...

Cioè, come va a finire te l'ho detto...anche senza Cancellieri...

dario ha detto...

Perbene ma ricco. Perche' tu stesso hai detto che le frequentazioni dei ricchi sono costituite da ricchi! :-) Se sei perbene ma povero non hai speranza.

Tu la vedi dal punto di vista della Cancellieri, e da quel punto di vista la assolvo anch'io. Come ammisi, apprezzo l'opera di Shindler a salvare alcuni ebrei, anche se soltanto alcuni (esempio estremo, di cui pero' stavolta sei tu imputabile :-)))).

Per inciso, guardando quel film, ricordo che uno spunto di riflessione personale era proprio l'amicizia tra Ben Kingsley e Shindler. "Ma come, il significato del film e' che per salvarsi dal Nazismo bisogna diventare amici dei Nazisti?" - ma sto divagando...

Se invece la vedi dal punto di vista dei cittadini, in particolare di quelli che stanno subendo ingiustizia per ingiusta detenzione, allora non ci vedo niente di pulito ne' giusto nel fatto che per superare le ingiustizie che sto subendo io debba imbonirmi un potente o addirittura vendere l'anima (o magari il culo?) per dimostrare di essere suo amico. Ma davvero trovi che questa situazione sia giustificabile?

dario ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
dario ha detto...

Accidenti, questa discussione mi ha messo una infinita tristezza.

In particolare la tua posizione secondo cui bisogna arrendersi all'ingiustizia, perche', tanto, il potere e' sempre e comunque corrotto. Non c'e' speranza per l'uguaglianza e quindi tanto vale cercare di realizzarla, perche' sarebbe come combattere contro i mulini a vento.

luposelvatico ha detto...

Ma no, ma dai...la mia è un'opinione come un'altra, vale quanto la tua...

luposelvatico ha detto...

Rispetto a Schindler: il contabile ebreo non ha perseguito lo scopo di far amicizia con Schindler per salvarsi, ma è indubbio che si sia salvato per la sua amicizia con Schindler (un evento fortuito, una contingenza, quasi imprevedibile nel contesto...ma utile per lui e per gli altri che ebbero la fortuna di essere coinvolti in quelle relazioni, e si salvarono in virtù di esse, e quindi ...per caso!)

luposelvatico ha detto...

Poi, se l'eguaglianza non può realizzarsi IN ASSOLUTO, può realizzarsi nelle relazioni che NOI instauriamo con il nostro prossimo...e non è che valga di meno!