(Foto tratta dal sito www.sentieriselvaggi.it)
Simpatico e divertente.
Lo spettacolo allestito da John Turturro - partendo da alcune fiabe italiane raccolte da Calvino, Basile e Pitrè, e coinvolgendo alcuni pezzi da novanta della scena attoriale americana - scorre gioioso davanti agli occhi dello spettatore, che resta affascinato dalla scenografia fantastica e dal continuo mutare degli eventi...che non vi racconto qui, rimandandovi a distanza di un clic direttamente alle parole di John Turturro...
La compagnia ci mette un evidente impegno a parlare in italiano più che può: ma la rappresentazione vira costantemente sull'inglese, e risulta un po' difficoltoso seguire i sopratitoli, proiettati altissimi - nel modo più scomodo possibile da leggersi, con torcicollo garantito per gli sfigati delle prime file:-)
Ovviamente, anche le parti recitate in italiano risentono pesantemente di una dizione alla "broccolino", il che provoca a tratti un effetto parodistico.
Il peggio (si fa per dire) capita nelle canzoni, dove domina un grammelot americano-siculo-partenopeo italiano in cui - come direbbe una vecchia pubblicità - finisci per sentire il suono ma non capire una cippa delle parole.
Bravi e simpatici tutti gli attori, con una menzione speciale per il mostro sacro Richard Easton (la scena in cui lo "travestono" da drago lo sputtana un pochino, ma pazienza...:-))
Bellissima, come detto, la scenografia, fiabesca al punto giusto per contenere e rappresentare i sortilegi, gli oggetti magici, gli oceani, i castelli, le navi, le streghe, i principi, gli asini:-)...naif e appropriata, ospita invenzioni simpatiche (bambini di pezza che crescono con il passare degli anni, fratelli moolto "incombenti"...).
Molte risate, e prolungati applausi alla fine dell'unico atto. Si replica al Carignano fino al termine di gennaio.
Simpatico e divertente.
Lo spettacolo allestito da John Turturro - partendo da alcune fiabe italiane raccolte da Calvino, Basile e Pitrè, e coinvolgendo alcuni pezzi da novanta della scena attoriale americana - scorre gioioso davanti agli occhi dello spettatore, che resta affascinato dalla scenografia fantastica e dal continuo mutare degli eventi...che non vi racconto qui, rimandandovi a distanza di un clic direttamente alle parole di John Turturro...
La compagnia ci mette un evidente impegno a parlare in italiano più che può: ma la rappresentazione vira costantemente sull'inglese, e risulta un po' difficoltoso seguire i sopratitoli, proiettati altissimi - nel modo più scomodo possibile da leggersi, con torcicollo garantito per gli sfigati delle prime file:-)
Ovviamente, anche le parti recitate in italiano risentono pesantemente di una dizione alla "broccolino", il che provoca a tratti un effetto parodistico.
Il peggio (si fa per dire) capita nelle canzoni, dove domina un grammelot americano-siculo-partenopeo italiano in cui - come direbbe una vecchia pubblicità - finisci per sentire il suono ma non capire una cippa delle parole.
Bravi e simpatici tutti gli attori, con una menzione speciale per il mostro sacro Richard Easton (la scena in cui lo "travestono" da drago lo sputtana un pochino, ma pazienza...:-))
Bellissima, come detto, la scenografia, fiabesca al punto giusto per contenere e rappresentare i sortilegi, gli oggetti magici, gli oceani, i castelli, le navi, le streghe, i principi, gli asini:-)...naif e appropriata, ospita invenzioni simpatiche (bambini di pezza che crescono con il passare degli anni, fratelli moolto "incombenti"...).
Molte risate, e prolungati applausi alla fine dell'unico atto. Si replica al Carignano fino al termine di gennaio.
3 commenti:
che dire?? Ho deciso che, nonostante le cose positive che hai descritto..., le fiabe italiane di Calvino preferisco leggermele!! :-)
besos!
...che è sempre un gran bel leggere, diciamocelo, e senza accento americano...:-)
A me è piaciuto. E anche parecchio.
Turturro incanta col suo carisma, sua cugina è straripante, Richard Easton è sempkicemente sontuoso col suo accento shakespiriano, Aurora Quattrocchi è talmente perfetta da lasciarti il dubbio che sia stata presa dalla strada e invece è una professionista di lunghissimo corso, Max Casella domina il palcoscenico a proprio piacimento, la moglie di Turturro, forse un po' sacrificata nel ruolo, ma lascia dietro di se il profumo di Broadway e, last but not least (per adeguarmi al mix di lingue) il giovane Giuliano Scarpinato si candida ad un futuro brillantissimo.
Luci fantastiche, costumi e oggetti di scena di gran valore.
Che dire? Chapeau!
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