Nei post del 7 luglio, del 9 luglio e del 14 luglio è spiegato senza alcuna possibilità di errore come questa legge non sia affatto – come asserisce la propaganda – “una legge a difesa della privacy dei cittadini”, ma OGGETTIVAMENTE una legge che favorirà le mafie e la criminalità organizzata – che, in teoria, non dovrebbero essere poi molto amici di cittadini così preoccupati dal tema della sicurezza. Lo ha raccontato anche Giancarlo Caselli, Procuratore Generale di Torino, in una intervista che ho ripreso dal blog di Grillo e ripubblicato qui.
Nel blog Sullozero, questo post del 30 luglio riepiloga in termini estremamente chiari i contenuti dello scudo fiscale: i capitali portati illecitamente all’estero possono rientrare ed essere “ripuliti” pagando un tributo ridicolo (5% contro il 30-40% di tasse che pagano i cittadini normali), con garanzia dell’anonimato e mettendo persino al riparo, per due anni, da eventuali controlli fiscali.
Anche in questo caso, se fossi un mafioso che deve ripulire capitali provenienti dai traffici più immondi, applaudirei con convinzione alla scelta del governo: da cittadino normale, mi sento preso a schiaffi ed insultato.
Per quanto riguarda l’assenso dell’Agenzia Italiana per il Farmaco alla possibilità di utilizzo della pillola RU-486, leggo costernato, come già avvenne per il caso Englaro, la canea di reazioni indignate provenienti dagli ambienti governativi e clericali, che mai – nemmeno in questo caso – hanno al centro la benché minima considerazione del fatto che parlando di vita e di morte si debba necessariamente considerare e rispettare l’esperienza delle PERSONE vere, reali, che soffrono e che si trovano nei guai.
Ancora una volta il governo ignora le persone che hanno un problema, e non solo le abbandona, ma le aggredisce, le vessa, le tormenta. Non tutte le persone, ovviamente: chi ha disponibilità economica, come sempre, può risolvere tutti i suoi problemi fregandosene di precetti, diktat, giudizi, sceneggiate mediatiche.
Dall’8 agosto, poi, entrerà in vigore lo scempio del decreto sicurezza - che meglio sarebbe definire “decreto Caino”- , quello che renderà fantasmi i nostri fratelli più piccoli, i figli dei clandestini, e li consegnerà al buio, alla notte, dove regnano sovrani sempre coloro che più applaudiranno le scelte di cui abbiamo parlato sopra.
Branchi di deficienti travestiti da miliziani popoleranno le notti sempre più angosciose delle città, perseguitando gli sfigati ed i diversi, mentre i bravi cittadini se ne staranno barricati in casa a trangugiare l’ennesima dose di balle televisive, ed i criminali veri brinderanno di nuovo al meraviglioso trend che hanno preso gli affari.
Già a Venezia le guardie provinciali sono mandate a sbaragliare la miseroeconomia extracomunitaria, distogliendo definitivamente lo sguardo dallo sfacelo di un territorio irreversibilmente avvelenato dalle ecomafie.
In Abruzzo, tra la gente colpita dalla doppia sciagura di un terremoto fisico, locale, ed etico, nazionale, la disillusione dilaga al punto da incrinare la propaganda martellante che esonda dall’informazione di regime. Il tutto è falso, il falso è tutto, direbbe il buon Gaber. La gente non solo non avrà case a sufficienza, ma l’ennesimo ente di regime è pronto a rubargli quelle che avevano al primo segno di resa economica.
Intanto, le Regioni varano le leggi di applicazione dell’immondo “piano casa”, in molti casi togliendo ai comuni qualsiasi forma di controllo del territorio: in deroga agli strumenti urbanistici già carenti, fino al 2011 chiunque può contribuire con semplici autodichiarazioni a devastare il proprio territorio aggiungendo il 20, il 35, il 40% di cemento alle proprie abitazioni. E Saviano e le procure ci hanno piegato bene, in questi anni, chi sia a beneficiare maggiormente di un simile tripudio di cemento.
Tiriamo le somme: questo governo ci odia. La maggior parte di quello che fa è a beneficio dei peggiori. I ladri, i criminali, gli evasori, gli ipocriti, gli sfruttatori, i bugiardi, gli speculatori, i nemici dell’ambiente e della salute.
Da chi odia, è necessario difendersi. Con tutti gli strumenti a disposizione. Finchè esistono leggi e modalità legali, usandole senza risparmio.
Ad esempio, nel mio comunello, la mia lista proporrà di non applicare gli articoli della legge regionale sul piano casa che consentono le estensioni in deroga agli strumenti urbanistici: la legge del Piemonte consente ai comuni di farlo, con delibera consiliare.
Imploro (anche da qui) chiunque stia in un consiglio comunale piemontese di tentare di fermare lo scempio: c’è tempo solo fino al 12 settembre, 60 giorni dall’emissione della legge del 14 luglio, per decidere di NON applicare la legge.
Anche nelle altre regioni, leggete bene la legge, e cercate il modo di evitare lo scempio, se ne è stata lasciata facoltà ai comuni.
Oltre all’uso delle leggi, però, sarà sempre più necessaria la disobbedienza civile. Nelle sue forme più dolci, come il sorriso e la solidarietà umana verso chi viene perseguitato ed offeso dalla nostra legislazione, a quelle intermedie, come fa Dario segnalando ed evitando di tornare dai commercianti evasori. Ma non potremo sottrarci anche a cose più pericolose e gravide di conseguenze personali, se decideremo di mantenere dignità e umanità e di usarle contro chi le disprezza e vuole cancellarle dal nostro animo.
Il momento è davvero difficile, ma non siamo ancora definitivamente sconfitti: c’è lo spazio per resistere, per combattere, per opporsi, per riprendere in mano la bandiera della speranza, per unirsi, per incazzarsi, per fare sentire ai malvagi ed agli indifferenti che non saremo MAI come loro ci vogliono.
3 commenti:
Parto dalla tua conclusione: il momento è veramente difficile per quelli come te. Ma il guaio più grosso è che non ci sono altro che quattro gatti fra i cittadini italiani disposti a seguirvi sulla strada della menzogna ideologica e del pressapochismo politico. Così, com' è giusto che sia, la sinistra in Italia ha perso, privando il paese di un'opposizione civile e concreta. Addio, ENZO.
Meglio essere quattro gatti che milioni di sudditi, non trovi?
Non siamo quattro gatti. Siamo tanti, ma non ci piace alzare la voce; lo facciamo solo quando è indispensabile. Perché siamo educati. Noi.
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