per dire 'come stai?'
raccontare dei successi
e dei fischi non parlarne mai"
(Ron, "Una città per cantare", 1980)
Già, gli insuccessi...ogni tanto tocca raccontarne qualcuno.
Uno glissa, fa finta di nulla, li mette da parte, li dimentica, ma tanto son lì, dentro di te, bruciano e fanno male.
E allora tanto vale raccontarli, per ricordarsi che la vita è fatta soprattutto di questi, e che va ancora bene se si tratta di cose rimediabili, lievi, senza conseguenze fisiche o materiali.
Uno pensa che finita la scuola non dovrà mai più affrontare l'angoscia della mattina in cui ti interrogano su quell'argomento di cui non hai capito una mazza, o la cocente delusione di un pessimo risultato quando pensavi di essere preparato almeno a sufficienza per non sfigurare. Ed in effetti è abbastanza vero: da lì in poi è difficile finire sotto esame, a meno che uno non ci si butti volontariamente.
Ma veniamo al dunque, non giriamoci troppo intorno.
Chi legge questo blog sa bene (fino alla noia) quanto io nutra entusiasmo per l'esperienza del PD: è inutile che mi ripeta, l'ho già scritto un sacco di volte e non è questo il senso centrale del post, ma solo il punto di partenza.
Ecco, come consigliere comunale del mio comunello di ex-residenza ho quindi partecipato sin da settembre alle prime riunioni costitutive del circolo del nostro territorio, insieme ad altri amministratori della zona.
Il percorso ha funzionato, e siamo arrivati finalmente, lo scorso sabato sera, alla assemblea costituente del circolo: una serata entusiasmante, affollata e partecipata, piena zeppa di giovani come non se ne vedevano da un pezzo. Nel corso della serata si presentavano i trenta candidati al Coordinamento territoriale, ed ognuno di noi ha fatto un breve intervento di presentazione.
Poi, le elezioni, che sono durate anche la domenica mattina.
E, domenica, i risultati. Una doccia fredda. Tra i 24 eletti, non c'ero. Su 229 votanti che potevano dare due preferenze a testa, non ho preso nemmeno tre voti (non so se ne ho presi due, uno o zero, ma nemmeno lo voglio sapere, sarebbe spargere sale sulle ferite). Dei cinque candidati del mio comune, ne sono stati eletti tre, ed io no.
Oh, è inutile negarlo: ci son rimasto proprio male.
Come se mi fosse arrivato un tram sul grugno, completo di trolley.
Poi, si, certo, mi son fatto tutto un pacchetto di ragionamenti giustificazionisti per alleviare la botta, ma per l'appunto resta il dato di fatto: nel mio territorio, e nel mio partito, non mi ha cagato nessuno.
Dopo un giorno, ovviamente vedo l'aspetto assai salutare di questa tramvata sul naso: ho un impegno in meno da aggiungere alla mia agenda sovraffollata e frenetica, e poi nel Coordinamento c'è un materiale umano di alta qualità in abbondanza ed io posso dunque tranquillamente considerarmi in pensione dalla politica, probabilmente, dopo una trentina d'anni vissuti alternando passione e scoramento, ma sempre senza mai evolvere dal piccolo cabotaggio, senza mai sfidare qualcosa di più grande delle cose che mi venivano facili, senza mai faticare troppo.
Il tram sul naso mi ricorda anche chi sono davvero; un tizio pigrissimo ed egocentrico, brillante ma pieno di limiti, e con una considerazione di sè che è sano e giusto provvedere a ridimensionare di tanto in tanto:-).
Uno glissa, fa finta di nulla, li mette da parte, li dimentica, ma tanto son lì, dentro di te, bruciano e fanno male.
E allora tanto vale raccontarli, per ricordarsi che la vita è fatta soprattutto di questi, e che va ancora bene se si tratta di cose rimediabili, lievi, senza conseguenze fisiche o materiali.
Uno pensa che finita la scuola non dovrà mai più affrontare l'angoscia della mattina in cui ti interrogano su quell'argomento di cui non hai capito una mazza, o la cocente delusione di un pessimo risultato quando pensavi di essere preparato almeno a sufficienza per non sfigurare. Ed in effetti è abbastanza vero: da lì in poi è difficile finire sotto esame, a meno che uno non ci si butti volontariamente.
Ma veniamo al dunque, non giriamoci troppo intorno.
Chi legge questo blog sa bene (fino alla noia) quanto io nutra entusiasmo per l'esperienza del PD: è inutile che mi ripeta, l'ho già scritto un sacco di volte e non è questo il senso centrale del post, ma solo il punto di partenza.
Ecco, come consigliere comunale del mio comunello di ex-residenza ho quindi partecipato sin da settembre alle prime riunioni costitutive del circolo del nostro territorio, insieme ad altri amministratori della zona.
Il percorso ha funzionato, e siamo arrivati finalmente, lo scorso sabato sera, alla assemblea costituente del circolo: una serata entusiasmante, affollata e partecipata, piena zeppa di giovani come non se ne vedevano da un pezzo. Nel corso della serata si presentavano i trenta candidati al Coordinamento territoriale, ed ognuno di noi ha fatto un breve intervento di presentazione.
Poi, le elezioni, che sono durate anche la domenica mattina.
E, domenica, i risultati. Una doccia fredda. Tra i 24 eletti, non c'ero. Su 229 votanti che potevano dare due preferenze a testa, non ho preso nemmeno tre voti (non so se ne ho presi due, uno o zero, ma nemmeno lo voglio sapere, sarebbe spargere sale sulle ferite). Dei cinque candidati del mio comune, ne sono stati eletti tre, ed io no.
Oh, è inutile negarlo: ci son rimasto proprio male.
Come se mi fosse arrivato un tram sul grugno, completo di trolley.
Poi, si, certo, mi son fatto tutto un pacchetto di ragionamenti giustificazionisti per alleviare la botta, ma per l'appunto resta il dato di fatto: nel mio territorio, e nel mio partito, non mi ha cagato nessuno.
Dopo un giorno, ovviamente vedo l'aspetto assai salutare di questa tramvata sul naso: ho un impegno in meno da aggiungere alla mia agenda sovraffollata e frenetica, e poi nel Coordinamento c'è un materiale umano di alta qualità in abbondanza ed io posso dunque tranquillamente considerarmi in pensione dalla politica, probabilmente, dopo una trentina d'anni vissuti alternando passione e scoramento, ma sempre senza mai evolvere dal piccolo cabotaggio, senza mai sfidare qualcosa di più grande delle cose che mi venivano facili, senza mai faticare troppo.
Il tram sul naso mi ricorda anche chi sono davvero; un tizio pigrissimo ed egocentrico, brillante ma pieno di limiti, e con una considerazione di sè che è sano e giusto provvedere a ridimensionare di tanto in tanto:-).
2 commenti:
Ma anche
Ma anche una persona che si mette alla prova, e si espone alla possibilità di essere, in senso lato, valutato.
Non è poco, per un adulto, e non è facile.
You write very well.
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