lunedì, luglio 11, 2011

Alcuni semplici quesiti

In queste ore tutti i soloni nostrani sono concordi nel ritenere che vi sia un "attacco" contro il nostro paese.
La Marcegaglia sembra Vittorio Emanuele II durante le guerre di indipendenza:
"In un momento difficile come questo, in cui tutti i paesi europei e ovviamente anche l'Italia devono gestire momenti complessi legati alle turbolenze dei mercati finanziari, penso che unirsi attorno ai simboli del nostro Paese, della nostra patria, dalla bandiera al Viminale, sia molto importante, così come lo è lavorare tutti nella stessa direzione per difendere il nostro Paese e costruire un futuro migliore per i nostri figli".
La patria, la bandiera, difendere il paese...
Ma chi è il nemico, esattamente?
"Sappiamo che ci sono molti investitori che aspettano la contingenza per sfruttare una situazione in cui ci sia un default mal gestito e non gestito. Questa è la lezione che abbiamo imparato dalla Lehman, che è stato il fallimento più caro della storia e non vogliamo ripeterlo". (Mario Draghi, 14 giugno 2011).
Gli "investitori", dunque?
Sembra proprio di sì:
«Consob ha approvato un nuovo regime di trasparenza in materia di vendite allo scoperto. A partire da domani (lunedì 11 luglio, Ndr) gli investitori che detengano posizioni ribassiste rilevanti sui titoli azionari negoziati sui mercati regolamentati italiani sono tenuti a darne comunicazione» alla Commissione. Il provvedimento ha efficacia dall'11 luglio e resterà in vigore fino al 9 settembre 2011. È quanto ha annuncia la Commissione con una nota diffusa al termine della riunione tenutasi nel pomeriggio. »
Ovviamente, secondo altre fonti, la denominazione del nemico è più impersonale e connotata negativamente (leggasi "la speculazione internazionale"), ma direi che il nemico, colui che conduce l'attacco contro il nostro paese, è riconducibile a entità o persone che tentano di ricavare il massimo vantaggio economico giocando sulla "fiducia" che i mercati (cioè essi stessi, in fondo) accordano agli Stati.
Ora, come ci si difende da un nemico dello Stato, e quindi dei cittadini che lo abitano?
C'è chi al proposito manifesta idee bizzarre, come Oscar Giannino:
"Come si deve muovere il governo? Per bloccare la speculazione internazionale, deve fare tre cose. Primo, non diluire i saldi della manovra, com’è avvenuto nel Consiglio dei ministri, ma rafforzarli in Parlamento: per esempio ripristinando l’aumento dell’età pensionabile per le lavoratrici del privato a 65 anni già disposto per il pubblico, ma a cominciare gradualmente dal 2013 e non dal 2020. Secondo, approvarla in fretta. Terzo, evitare ridicoli autogol, come i battibecchi tra ministri e quelli del premier al ministro dell’Economia."
Insomma, secondo Giannino (e anche secondo Tremonti) il sistema più adatto è...identificare un nemico più debole (i cittadini) e massacrare quello. Ci si difende dai pescecani internazionali tenendo le donne più a lungo al lavoro, parbleu!. (Questo fa il paio con Marchionne, che pensa che per sfondare sui mercati non sia necessario produrre auto più appetibili degli avversari, ma tagliare le pause agli operai).

Io penso che si debba adottare, invece, una legislazione speciale come quella adottata per combattere, a suo tempo, il terrorismo.
Sono gli investitori/speculatori NEMICI del nostro Paese? Provocano con le loro azioni un danno allo Stato, ed ai cittadini tutti?
Se la risposta è SI, si agisca senza indugio. Il Parlamento si riunisca e promulghi leggi "ad-paesem", per una volta.
Li si identifichi, questi nemici (non dovrebbe essere difficile), li si arresti, si proceda al sequestro dei beni, come si fa per legge nei confronti di chi è ritenuto "nocivo" e pericoloso per la collettività. Questo è DIFENDERSI. Si impedisca per legge che chiunque possa portare attacchi al Paese.
O sennò...dateci i nomi, gli indirizzi, le sedi legali. Ci difenderemo da soli.
Altro che il "pericolo per la democrazia" rappresentato dal movimento NO TAV: sono gli speculatori in giacca e cravatta ad ammazzarci il futuro. E il nostro Stato non sembra aver intenzione di difenderci, anzi.

7 commenti:

dario ha detto...

Mah, Lupo.
Mi trovi totalmente d'accordo con questi ragionamenti.
Pero' non sono sicuro che sia chiaro quel che significa quello che dici.
Gli "speculatori" sono i nemici, ma non e' che fanno nulla di illegale. Semplicemente comprano azioni che prevedono aumentino di valore, quando hanno un prezzo basso e vendono azioni che prevedono ne perdano. In altre parole, l'azienda italiana quotata in borsa rischia di scapicollare. Se io fossi un azionista, mi affretterei a vendere, altrimenti perderei un sacco di soldi.
Io trovo questo sistema totalmente sbagliato, cioe' il capitalismo internazionale e' un sistema fallimentare. Dovremmo abbandonarlo.
Ma se decidiamo di non abbandonarlo, allora bisogna seguirne le regole, e cioe' vendere il culo ai cosiddetti speculatori, pena finire come la grecia.

Da che ho capito, nocive all'immagine dell'italia siano due cose:
1) la situazione finanziaria instabile. L'unico rimedio praticabile, purtroppo, e' una approvazione della finanziaria in tempi brevissimi.
2) il governo Berlusconi e' impresentabile, ancor piu' oggi che non da' nemmeno l'apparenza di essere stabile. E' come stare nelle sabbie mobili, solo che non sono sabbie ma diarrea. Quindi, subito dopo che si e' eseguito il punto 1 ci vuole una crisi di governo.

Purtroppo non c'e' tempo per una legge elettorale, e quindi anche la prossima legislatura sara' una merda, anche se vince il PD.

Non me la sento di puntare il ditone contro gli speculatori. In fondo quelli hanno solo utilizzato gli strumenti legali per fare soldi. Strumenti legali che sono stati disegnati apposta per dare loro la possibilita' di fare soldi. Puntare il dito morale contro di loro significa averlo puntato ben prima contro tutto il sistema. Sei d'accordo con me?

luposelvatico ha detto...

Non si tratta di una questione morale, ma di una questione giuridica. Non giudico il comportamento degli speculatori da un punto di vista morale, ma da un punto di vista dei danni che procura adesso al paese.
Sembra che solo ieri abbiamo perso qualcosa come 20 miliardi di euro all'anno in interessi a causa dell'aumento dello spread sui BTP, cioè quasi mezza finanziaria, cioè due volte e mezzo la mazzata che è calata sulla scuola dal 2008.
Suggerisco dunque di rendere illegale (anche solo temporaneamente) qualcosa che ora è legale, perchè in questa specifica situazione costituisce un pericolo per lo Stato.
E quindi comportamenti speculativi che fino a ieri erano tollerati e agevolati non devono più essere permessi, arrivando anche alla chiusura delle borse d'imperio se necessario.
Impossibile? Beh, sembrava impossibile anche che l'Argentina decidesse di ristrutturare il proprio debito, e mandare a stendere FMI e creditori: invece ha avuto il coraggio di farlo.

dario ha detto...

Osti, Lupo.
Io la vedo davvero impossibile.

Ad esempio io ho delle azioni di una azienda di Torino quotata in borsa (circa cinquecento euro). Le ho comprate contro la mia volonta', giuro (non ti sto a spiegare la situazione contingente).
Ebbene tu mi dici che devono bloccare i mercati azionari, e io, se per caso dovessero mettermi in mutande su un marciapiede, non potrei fare conto su quei cinquecento euro? Che io perdo quei soldi?
Bene, io ci sto anche a mandare al macero cinquecento euro se si tratta di fare andare un po' meglio l'Italia. Ma se questo dovesse avvenire, gli investitori venderebbero qualunque azione di azienda italiana al primo momento che potessero farlo. Ti blocco per sei mesi la Borsa, be', tra sei mesi e un giorno tutti gli investitori venderanno, perche' non potranno fare affidamento sul mercato Italiano. E quindi magari sopravviveremmo per sei mesi, utilizzando soldi non nostri che abbiamo illecitamente bloccato, ma al giorno successivo saremmo di nuovo al baratro.

Non piace nemmeno a me il sistema, ma l'alternativa e' uscirne, e io credo che al momento non si possa proprio, visto che ne abbiamo succhiato il miele fino a ieri.

luposelvatico ha detto...

"Il clima che si respira, piaccia o no, è lo stesso dell’estate 1992 quando Giuliano Amato si presentò al tg della sera per informare gli italiani della svalutazione della lira e del varo di una manovra da 90mila miliardi di lire, compreso il prelievo una tantum dal nostro conto corrente bancario. " (Rinaldo Gianola, L'Unità, 12/7/2011).
E' già accaduto, come vedi, non è così impossibile da un punto di vista tecnico.
Da un punto di vista politico concordo con te: è più facile che domani si legga un'intervista a Berlusconi e Tremonti su un giornale delle Maldive, mentre ci fanno il gesto dell'ombrello da una foto.
Peraltro, quel che temo accadrà è che i tuoi cinquecento euro finiscano fottuti lo stesso e nemmeno per uno scopo utile.

dario ha detto...

Lupo,
il punto non sono i miei cinquecento euro fottuti. Sopravvivero'.
Il punto e' la soluzione generale al problema. Se rifiutiamo il meccanismo del mercato azionario, allora ha senso una manovra come quella che dici tu, di stoppare la borsa per qualche mese. Ma perche' superiamo le logiche del sistema, perche' nel momento in cui dovessimo riaprire la borsa, ci sarebbe un crollo totale del mercato, e quindi una uscita immediata dell'Italia non dall'europa, ma dal mercato globale.

Credo che potrebbe avere senso se ci fosse anche il resto del mondo che facesse cosi'. Altrimenti saremmo davvero a livello di un paese del terzo mondo

Vincenzo Cucinotta ha detto...

Sul mio blog, ho espresso opinioni simili a quelle di Lupo. D'altra parte, Dario sottolinea giustamente a mio parere l'onerosità di una via che rompa l'asservimento ai mercati finanziari. Non posso qui ripetere i concetti che esprimevo nei post che vi ho dedicato, magari potreste leggerli sul mio blog.
Il punto, scarnificando la questione, è che la fine di questa faccenda, checchè ne pensi Napolitano & company, che lo scenario finale è prefigurato, uscita dall'euro di Grecia, Portogallo, Irlanda, Spagna ed Italia, e sarà una lunga agonia dovuta all'imposizione di sempre più sacrifici a questi popoli nel vano tentativo di resistere.
L'uscita dall'euro non è insomma per me oggetto di scelta, è già stata decisa. A questo punto, conviene uscirne da sè e da subito.
La paura è sempre una pessima consigliera, e cedere al ricatto anche soltanto una volta, ti mette per sempre nelle mani del ricattatore. Bisognerebbe fargli capire che non ti piegherai, e l'esempio di un paese sarebbe uno stimolo per gli altri. Bisogna insomma rompere il giocattolo in mano a quella cupola affaristico-mafiosa che domina il mondo proprio attraverso la propria capacità di determinare la sorte dei mercati finanziari.
Qui, stiamo0 parlando di roba cartacea, con nessun reale rapporto con l'economia reale, un gioco a tutti gli effetti da cui si può uscire in qualsiasi momento, con costi enormi, ma i costi per gli speculatori sarebbero straordinariamente alti, smetterebbero di determinare gli esiti del mondo.

dario ha detto...

Mah, io credo che stiamo parlando di cose reali, non cartacee (mmmmh.... be'... dipende da cosa si intende per "reali" e "cartacee"...).
Cioe', mettiamo che io lavoro per una azienda che e' una societa' quotata nei mercati finanziari. Dire che Napolitano ha un'unghia incarnita' e' cosa cartacea, non reale. Ma se un grosso investitore ritiene che per qualche ragione l'unghia incarnita di Napolitano ha una seppur remota possibilita' di influire negativamente o positivamente sulla produzione o comunque sul buon andamento di quella societa' quotata, egli decidera' se vendere le proprie azioni o investire denaro per comprarne. Il che implichera' piu' o meno $$$ a disposizione dei dirigenti da investire a favore per il benessere dell'azienda, e, in definitiva, dei lavoratori, come quel me esemplificativo, che ci lavorano.
Questo e' il meccanismo. Anche se l'investitore non ha la minima cultura dei pennelli per idropittura o dei battipanni in vimini o dei detergenti per parabrezza o di qualunque altra fesseria che l'azienda produce.
Ora, secondo me non ha nessun senso che il meccanismo sia fatto cosi'. Se uno ha bisogno di un battipanni in vimini, si compra il battipanni in vimini. Gli da' 20 euro perche' il costo (materia prima + valore aggiunto dato dal lavoro) dice che vale 20 euro. L'euro e' denaro, cifra simbolica, ma non e' solo cartaceo, perche' rappresenta il massimo comun divisore di tutti i beni materiali. Con 20 euro ci compro 3 kili di pero, un battipanni in vimini oppure un quinto di telefonino. L'euro sonante dovrebbe essere solo una scorciatoia per il baratto.
E non ha nessun senso quindi che ci sia uno che investe tanti euri per farne ancora di piu' in una cosa che ha un progetto ma che per lui e' insignificante, come l'azienda di battipanni o simili. Non ha senso che se lui ci mette piu' soldi i battipanni sono piu' belli o se ne vendono di piu' e quindi l'azienda gli renda piu' di quello che ha investito. Queste cose hanno un senso, ma sono totalmente slegate dalla realta', o Cartacee, come dici tu.

Avrebbe senso dare un calcio in culo a questo meccanismo, si'. Avrebbe senso secondo me tornare al baratto (eventualmente arricchito dal denaro, ma da quel denaro che ha davvero un valore, come i semi di cacao per i maya, non il denaro che compra denaro). Anzi, a mio parere, visto nell'ottica globale, e' l'unica via d'uscita dall'autodistruzione dell'umanita'.
Ma se lo fa l'italia, e per giunta lo fa solo per qualche mese, per poi pretendere di ritornare nell'ottica ottusa del mercato finanziario, semplicemente per salvarsi il culo dalla situazione contingente e poi ricominciare a sfruttare i piu' deboli, be', innanzitutto mi pare ipocrisia bella e buona. E poi qualcosa mi dice che non funzionera'.

Io credo che l'Italia non uscira' dall'euro. Perche' significherebbe la distruzione dell'euro stesso, che fa comodo anche alla Merkel. Senza l'euro, anche la germania finirebbe nel baratro.

Insomma, per salvare l'euro l'italia fara' sacrifici mettendola nel culo ai piu' deboli. E non c'e' alternativa.