45, 60, 90 morti...
Li ha provocati la NATO in uno solo delle centinaia di bombardamenti che da settimane si abbattono sul sud dell'Afghanistan.
Sono "dispiaciuti", i NOSTRI signori della guerra. Ma è mica colpa loro, è colpa dei talebani (birboni) che si nascondono tra i civili: che cosa mai ci si può fare?
E' così noiosa, questa guerra...parlarne è ancora più fastidioso di quanto possa esserlo per l'Irak.
L'Afghanistan è stato martoriato (per l'ennesima volta nella sua storia) in seguito all'11 settembre 2001: i morti civili provocati dalla vendetta americana sono stati MOLTI DI PIU' di quelli che sono periti nelle Twin Towers.
Sapete quanto io odii questo tipo di contabilità: ma bisognerà pure trovare un parametro, un giorno, per GIUDICARE questi orrori, e la sproporzione allucinante tra causa ed effetto io la vedo emergere improvvisa e chiara dai dati (pochi, incerti) sulla strage degli innocenti (che non sono solo "donne e bambini": sono tutti coloro che, da Belgrado a Bagdad a Beirut, un bel giorno si ritrovano senza colpa ad essere "nemici" di qualcuno di potente).
Io sono allucinato. E assolutamente pessimista, sul futuro di questo mondo.
venerdì, ottobre 27, 2006
venerdì, ottobre 13, 2006
Bandidos!
Un signore che (in un tempo ancor più sciagurato dell'attuale) ebbe un potere, nel nostro Paese, assolutamente sproporzionato rispetto alle sue qualità morali, ha definito "un atto di banditismo" una proposta di legge di riassetto del sistema radiotelevisivo che (diciamocelo) è tutt'altro che rivoluzionaria rispetto allo (sgradevole) status quo.
Ma quel che ci importa, qui, è rilevare il danno che l'abuso di iperbole
provoca a quella bella abitudine umana che è la comunicazione verbale.
Nello stesso campo politico, si definì "macelleria sociale", pochi giorni fa, una proposta di intervento finanziario che avrebbe (si dice) tolto 100 euro al mese a chi ne guadagna 4000.
Questo è nulla rispetto a tutto quel che si disse nei cinque anni che l'Italia disgraziatamente visse fino al giugno del 2006: ogni giorni eccessi verbali, iperboli, esagerazioni, allucinazioni linguistiche reiterate, echeggiate, replicate, su televisioni e giornali.
Il risultato è che è ormai difficile parlare, quando si è presa l'abitudine di urlare: e che è impossibile ascoltare, quando il rumore che veicola le parole sovrasta ed annulla il loro significato.
Ma quel che ci importa, qui, è rilevare il danno che l'abuso di iperbole
provoca a quella bella abitudine umana che è la comunicazione verbale.
Nello stesso campo politico, si definì "macelleria sociale", pochi giorni fa, una proposta di intervento finanziario che avrebbe (si dice) tolto 100 euro al mese a chi ne guadagna 4000.
Questo è nulla rispetto a tutto quel che si disse nei cinque anni che l'Italia disgraziatamente visse fino al giugno del 2006: ogni giorni eccessi verbali, iperboli, esagerazioni, allucinazioni linguistiche reiterate, echeggiate, replicate, su televisioni e giornali.
Il risultato è che è ormai difficile parlare, quando si è presa l'abitudine di urlare: e che è impossibile ascoltare, quando il rumore che veicola le parole sovrasta ed annulla il loro significato.
lunedì, ottobre 09, 2006
Anna Politkovskaya
Quando ho finito di leggere, ieri, l'articolo su Repubblica che parlava del suo assassinio, ho pianto.
Cosa ha dato Anna Politkovskaya alla gente come noi, a quella che non conta, a quella che non riesce ad impedire la Cecenia, il Darfur, l'Afghanistan, la Corea del Nord?
Lei era sola a combattere contro poteri immensi e maligni, usando solo le parole.
Non aveva nessuna speranza di farcela, ma non ha smesso un attimo di descrivere quello che vedeva. Non era solo coraggiosa: era folle, incosciente, innamorata del suo lavoro, convinta che non avrebbe mai potuto fare altro, nella vita, che tentare di far conoscere la verità.
Pensare che il suo lavoro di denuncia fosse conosciuto ed apprezzato solo da quella piccola cerchia di persone che si interessano DAVVERO del mondo è deprimente. Che vivesse ai margini del mondo, in una casa modesta, in pericolo costante, mentre "giornalisti" occidentali vivono situazioni di privilegio senza correre alcun rischio, fa ribollire il sangue dalla rabbia.
E ora, chi ci racconterà la verità su quell'angolo di inferno?
Chi ci ricorderà che il Putin abbracciato e coccolato dall'occidente è un satrapo totalitario e con le mani sporche di sangue?
Ciao, Anna. Ci mancherai maledettamente.
venerdì, ottobre 06, 2006
Motoscafo comunista
Quando i giornalisti fanno sciopero e "Repubblica" non esce, compro e leggo assai volentieri "Il Manifesto" (unico contenitore di parole accettabile in mezzo a vari contenitori di immondizia come "Padania", "Libero" e "Giornale" disponibili in queste occasioni).
L'ho fatto anche oggi, e mi ha colpito un fatto legato alle inserzioni pubblicitarie.
Anticipo che non sono un "purista", in questo: non mi ha scandalizzato l'intera pagina finale del quotidiano con la pubblicità di Mediaset, specialmente in un periodo come questo in cui il Manifesto (come altre decine di volte nella sua avventurosa esistenza) non naviga in buone acque.
Sul quotidiano in edicola oggi, tra l'altro, una lettrice evidenzia in una lettera il suo disagio per il fatto che Telecom sia tra gli sponsor dell'associazione Libera di Don Ciotti, e si chiede se davvero, in fondo, "pecunia non olet".
Ma veniamo al dunque. In fondo a pagina 8, neppure troppo visibile, campeggia l'inserzione pubblicitaria che recita "motoscafo di riferimento". Si, è proprio la pubblicità di un'azienda di motoscafi, questa qui.
Esiste sul sito una pagina dei prezzi di questi "oggetti": si va da 200.000 a 885.000 euro.
Ora, non mi chiedo come mai il Manifesto abbia accettato questa pubblicità: ma mi chiedo perchè la Tornado abbia fatto questa inserzione proprio sul Manifesto.
E mi preoccupo. Tantissimo.:-)
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