Come dicemmo su queste colonne qualche tempo fa, tutto quello che il nostro Re Merda tocca si corrompe inesorabilmente in qualcosa di disgustoso e squallido, e questo processo devastante è visibile soprattutto con il linguaggio.
Questa triste sorte sta toccando da tempo, ma con maggiore intensità in questi giorni di tregenda, ai vocaboli “popolo” e “popolare”.
Parole splendide, evocative di concetti positivi e belli: per decenni associabili visivamente al “Quarto Stato” di Pellizza da Volpedo, ad un’idea di forza e e bellezza collettiva, di giustizia e diritti.
Poi, è arrivato costui, con quell’altro compare fissato con la Padania.
E pian piano il concetto di popolo si sta degradando.
Alla donna fiera con il bimbo in braccio, all’avanzare possente, orgoglioso e deciso della classe operaia, contadina ed artigiana, si sta sostituendo l’immagine di un cafone che vegeta davanti alla televisione, incapace di affrontare la comprensione di un testo di dieci righe, pieno di paure e di rancori verso chi non vive nel suo recinto, miserabile nel suo desiderio di esser furbo, di fregare la legge ed il prossimo con piccole ignobili violazioni, dal parcheggio in seconda fila al rialzo abusivo di un piano, al sorpasso in coda.
Un popolo ben rappresentato dalle sparate di Brunetta: rancoroso e viscerale verso chi è intelligente, colto, istruito, educato…un popolo bue e volgare, che ha sostituito il proprio desiderio di evolvere civilmente con l’orgoglio di un sé servile, squallido ed immobile, che si fa strada sgomitando e fregando.
Quando il triste personaggio dalla faccia pittata dice “non me ne vado perché il potere me l’ha dato il popolo”, dice contemporaneamente una grande vaccata ed una grande verità.
La grande vaccata sta nella considerazione che se un leader eletto si rivela nel tempo bugiardo e corrotto, criminale ed assassino, non è che il popolo sia necessariamente obbligato a tenerselo fino alla fine dei giorni previsti: può anche buttarlo a mare prima, e questa cosa sta benissimo nel recinto delle cose logiche.
La grande verità, purtroppo, sta nel fatto che davvero questo suo popolo sapeva benissimo chi stava votando: perché nel 2008 ormai era chiarissimo e noto a tutti su cosa si è costruita la fortuna del personaggio, non c’era nulla che non si sapesse già, e la realtà fattuale era disponibile a chiunque avesse voglia di informarsi.
Il popolo, dunque - il SUO popolo - è colpevole.
E mi vien da dire che davvero la democrazia, in presenza di armi letali di rincoglionimento di massa – qual è la televisione in mano al berlusconismo -, andrebbe sospesa, o almeno selezionata.
Così come si prende la patente per guidare, io asserisco che oggi diventa necessario avere una patente per votare.
Dobbiamo consentire che a farlo siano solo i cittadini consapevoli, e non le masse ed il “popolo” che ha perso ogni nozione di diritti e di doveri, individuali e collettivi.
A scuola di Costituzione, dunque: per capire perché sono necessarie e doverose la presenza, l’autonomia e l’indipendenza dei tre poteri dello stato. Per capire cosa siamo e cosa dovremmo essere. Per studiare cos’è una nazione, e cosa vuol dire farne parte. Per raccontare che il bene comune non è quella cosa che si può impunemente distruggere, rubare, sfregiare.
Quel che un tempo si chiamava “educazione civica”, ed era semplicemente impartita nelle famiglie.
Con un esame da ripetersi ogni cinque anni, e necessario per avere il diritto di votare.
La situazione è troppo grave e deteriorata per consentire ancora che la democrazia venga usata - da chi la disprezza - attraverso un popolo che ha perso coscienza di sé (e, con le pezze al culo, riesce ad identificarsi con un miliardario che parla di popolo…il che dà la misura di come il linguaggio sia diventato incongruo e schizofrenico).
2 commenti:
Anche Barabba è stato eletto dal popolo...anche Hitler sarà eletto dal popolo...ma poi numeri in mano, sto popolo quanto è tutto il "popolo" italiano o il club suo personale?
Che sarebbe anche ora di finirla co 'sta storia dell'eletto dal popolo!
Sarebbe anche il caso che qualcuno gli facesse notare, al più colluso con la mafia degli ultimi 150 anni, che se meno della metà della metà di elettori (stronzi) lo hanno votato, non è che sia un'autorizzazione a farsi i cazzacci suoi.
E sarebbe anche il caso che qualcuno gli ricordasse, al corruttore del consiglio più ricattato degli ultimi 150 anni, che lui il voto del popolo italiano lo ha rispettato così tanto che comprava senatori avversari (?) pagandoli in puttane sonanti.
ls
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