Volevo proprio evitare, di parlare di questo caso.
Detesto farmi dettare l'agenda dei sentimenti dai media, e mi son tenuto per me la solidale vicinanza al padre di questa ragazza: ho letto le sue interviste sobrie, misurate, sofferte, ed ho pensato che verso quel dolore, verso quel percorso si dovesse avere il massimo del rispetto, del silenzio. Astenersi dal parlarne, perchè non si ha diritto di entrare in nessuno modo nel dolore degli altri, se non per fare sentire la propria - silenziosa, rispettosa - condivisione di quel dolore.
E invece no, invece non c'è verso, in questo paese, di rispettare ancora qualcosa.
Contro la famiglia Englaro (una signora famiglia) si sono messe in moto le forze oscene della propaganda e dell'ipocrisia.
Hanno deciso di non lasciarli in pace, di usare questo dolore per i soliti scopi osceni e rivoltanti.
Parlano di diritto alla vita, e non sanno quel che dicono, perchè mai si sono preoccupati della vita di qualcuno se non per qualche scopo occulto.
Della gente che muore, al potere, non interessa nulla, mai.
Scajola dice esattamente, nella sua sincerità naif, quel che costoro pensano di noi: siamo cose, oggetti, strumenti per costruire potere, soldi, privilegio. Sacrificabili, ignorabili, immolabili senza rimpianti.
Facciamo la guerra, nei luoghi indicati dai nostri padroni, e vedo Frattini di fianco alla Rice annuire servile quando lei dice di fatto "adesso basta fare gli ipocriti, i soldati italiani devono fare quel che fanno gli altri": cioè dispensare morte e dolore per garantire all'occidente il proprio osceno tenore di vita.
Ed allora scoppio, mi incazzo, e dico che quando VOI (voi al potere, voi ipocriti, voi infami, voi che detestate il prossimo, l'umanità, le persone) usate il dolore degli altri per i vostri scopi infami non fate che aumentare il mio odio, la mia voglia di essere diverso, distante, incompatibile, inconciliabile con quel che siete e fate.
Detesto farmi dettare l'agenda dei sentimenti dai media, e mi son tenuto per me la solidale vicinanza al padre di questa ragazza: ho letto le sue interviste sobrie, misurate, sofferte, ed ho pensato che verso quel dolore, verso quel percorso si dovesse avere il massimo del rispetto, del silenzio. Astenersi dal parlarne, perchè non si ha diritto di entrare in nessuno modo nel dolore degli altri, se non per fare sentire la propria - silenziosa, rispettosa - condivisione di quel dolore.
E invece no, invece non c'è verso, in questo paese, di rispettare ancora qualcosa.
Contro la famiglia Englaro (una signora famiglia) si sono messe in moto le forze oscene della propaganda e dell'ipocrisia.
Hanno deciso di non lasciarli in pace, di usare questo dolore per i soliti scopi osceni e rivoltanti.
Parlano di diritto alla vita, e non sanno quel che dicono, perchè mai si sono preoccupati della vita di qualcuno se non per qualche scopo occulto.
Della gente che muore, al potere, non interessa nulla, mai.
Scajola dice esattamente, nella sua sincerità naif, quel che costoro pensano di noi: siamo cose, oggetti, strumenti per costruire potere, soldi, privilegio. Sacrificabili, ignorabili, immolabili senza rimpianti.
Facciamo la guerra, nei luoghi indicati dai nostri padroni, e vedo Frattini di fianco alla Rice annuire servile quando lei dice di fatto "adesso basta fare gli ipocriti, i soldati italiani devono fare quel che fanno gli altri": cioè dispensare morte e dolore per garantire all'occidente il proprio osceno tenore di vita.
Ed allora scoppio, mi incazzo, e dico che quando VOI (voi al potere, voi ipocriti, voi infami, voi che detestate il prossimo, l'umanità, le persone) usate il dolore degli altri per i vostri scopi infami non fate che aumentare il mio odio, la mia voglia di essere diverso, distante, incompatibile, inconciliabile con quel che siete e fate.
6 commenti:
stavo per commentare ma....
...nah... tanto lo sai gia' quel che ti avrei scritto!
...pure tu sai già quel che ti avrei risposto, eh eh eh:-)))
be', si'.... alla fine e' per questo che ero indeciso se scrivere anche che non avrei scritto il commento! :-)
Sai cosa? Trovo che il blog sia assolutamente inutile. Perche' non litighiamo telepaticamente?
Ma io con te non ritengo di litigare, ritengo di discutere. E mi piace farlo per iscritto; telepaticamente c'è molto meno gusto, dai:-)
Eppure... ti immergi in una vasca da bagno con acqua fredda, nella semioscurita', con una birra... e litighi (o discuti, questione di finezze semantiche) telepaticamente. Con sto caldo come fai a scrivere?
Ah, beh...a quelle condizioni, posso ripensarci.:-)
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