Sono due anni, ormai, che siamo senza Angela.
Senza la sua intelligenza, i suoi pensieri, le sue parole, il suo coraggio, il suo sorriso, la sua forza.
Avrei un fortissimo bisogno di sapere come la sua sensilità interpreta questi tempi strani, bislacchi e preoccupanti.
Avrei voglia di leggere ancora i suoi post per trovare, dentro questo buio, la luce di una speranza nuova - o anche antica come l'uomo.
Ma poichè l'irrimediabile che è spesso contenuto nella vita si è compiuto, e non vi è rimedio, dobbiamo continuare - noi amici - a far buon uso dell'inestimabile tesoro che Angela ci ha lasciato in eredità, senza consumarlo ma badando a conservarne e diffonderne il valore.
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In qualità di cittadino del mondo, lo ammetto, mi considero esausto.
Dopo anni di indignazione sacrosanta contro l'orrore berlusconiano, la sua fine improvvisa ci ha lasciati nudi, svuotati, privi di forze.
Abbiamo impiegato così tante energie a difenderci dagli Unni che non ce ne sono rimaste quasi più per costruire il mondo che sentivamo nei nostri cuori.
Ora abbiamo un bisogno disperato di quiete, di silenzio, come armate sconfitte che tornano a casa, a cercare tra le macerie qualcosa che consoli.
Abbastanza presto, spero, nascerà di nuovo il bisogno di riflessione, di ascolto reciproco.
Quel che accade e continua ad accadere nei palazzi del potere continuerà a farci del male, ma è inutile interessarsene se non siamo capaci di immaginare il mondo nuovo. Quel mondo ci contamina e ci avvelena, e ci impedisce, distraendoci con quantità industriali di sciocchezze, di immaginare la sua fine.
Quel che è rimasto dell'oggi è qualcosa che non ci appartiene, a cui siamo incatenati, ma in cui non contiamo nulla.
Metteranno le toppe al sistema, lo rivergineranno con modi educati e sobri, copriranno il peggio con qualcosa che ci farà illudere che il mondo sarà meno ingiusto. Tireremo, novelli Tramaglini, un sospiro di sollievo, per poi accorgerci che quel che ci aspetta è semplicemente la prossima "crisi da pagare".
"There is no alternative": fino a quando questa frase mi/ci farà incazzare nel profondo dell'anima, la speranza non sarà ancora morta.
Perchè non posso davvero pensare che il mondo attuale, con la sua complessità ed i suoi equilibri, sia il punto più alto possibile raggiunto dall'umanità e dalla sua capacità di elaborazione del pensiero.
Che non ci sia alternativa alla polarizzazione tra ricchezze immense e assenza di dignità dell'esistenza. Che la sola solidarietà debba supplire sempre e ampiamente alla assenza di giustizia sociale.
Ripartiamo, dunque, da noi. Da coloro che amiamo, da coloro a cui siamo legati da vincoli di affetto e di amicizia. E immaginiamo una definizione nuova della felicità, o - almeno - della dignità dell'esistenza, dei suoi diritti minimi e validi per tutti.Una definizione in cui credere, in cui sperare, per cui lottare.
Facciamo lo sforzo necessario, ripartiamo.
Usciamo dall'annichilimento e dal silenzio: il tesoro che Angela ci ha lasciato è ancora integro.