martedì, febbraio 06, 2018

Il Maestro Fo sarebbe stato molto contento di questo Mistero Buffo...



Prima cosa: Matthias Martelli, che in questa PRIMA NAZIONALE tiene magistralmente il palcoscenico da solo per due ore, e dopo mezz'ora ti fa smettere di pensare a "come lo faceva Dario Fo", è bravissimo, empatico, coraggioso, grandioso.

Essere diretto da un mostro sacro come Eugenio Allegri sicuramente aiuta, ma il talento del ragazzo è tutto suo, completamente suo. E affrontare il confronto con il Mito è una prova che fa tremare i polsi, ma Matthias la supera a pieni voti.

Dello spettacolo, celeberrimo, inutile dire: grottesco e sagace sfottò degli ultimi contro il potere costituito (re, papi, imperatori); Gesù visto come uno di noi, che lotta contro la ingiustizia e contro la sopraffazione, che sta tra il popolo. sorride ed esalta la gioia, il vino, la felicità.

Matthias ci infila qualche battuta sulla contemporaneità, ma non ce ne sarebbe bisogno. Il testo è attualissimo: come una commedia di Shakespeare, non invecchia mai.

La differenza è che forse oggi "il popolo", cioè noi,  non abbiamo più la consapevolezza di quel che siamo: non sappiamo più di esistere, come "noi", come classe sociale, come insieme di persone che dovrebbero avere diritti e speranze comuni.

E, di conseguenza, non sappiamo più ridere di noi stessi e della nostra infelice condizione, e non siamo più in grado di irridere il potere che ci opprime: al massimo, da esso, ci facciamo irretire.

Grazie Matthias ed Eugenio, quindi.

Perchè ci avete fatto ridere, sganasciare, e capire che dovremmo ricordarci più spesso di farlo pensando a quel che siamo.

Ci farebbe bene.

Fonderie Limone,  Moncalieri, fino al 18 febbraio.




domenica, febbraio 04, 2018

A Macerata siamo arrivati da lontano e piano piano...



... È triste come questo articolo di Nadia Urbinati, del 2009, possa essere ripubblicato senza quasi modificare una virgola. Con la differenza che i pericoli segnalati allora si stanno realizzando, ed il  linguaggio "senza tabù" è diventato inarrestabile, e si consolida, e diventa pensiero e (purtroppo) azione.